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"Multe in base al reddito": cosa può cambiare dal 2023

Per venire incontro alle difficoltà di milioni di famiglie, le multe stradali potrebbero essere commisurate al reddito: ecco la proposta del viceministro Bignami e come funziona in Europa

"Multe in base al reddito": cosa può cambiare dal 2023
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Visto che il 2023 porterà ad un aumento delle multe commesse per infrazioni stradali (fino al 15%) come abbiamo visto sul Giornale.it, un modo per venire incontro alle famiglie già provate dal caro-bollette e dall'inflazione sarà quello di commisurare i rincari in base al reddito: è questa la nuova ipotesi di cui ha parlato Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, a margine della presentazione del "Rapporto Dekra" sulla sicurezza in strada.

"Proporzione tra reddito e sanzioni"

Le parole del viceministro sono chiare: "Potremo introdurre un incremento di sanzioni (stradali, ndr) in base al reddito", ricordando quanto si stia prodigando il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, sulla tematica della revisione del Codice la Strada. Sulla tematica il leader del Carroccio ha chiesto di bloccare gli aumenti ritenuti ingiusti e dannosi per le famiglie in difficoltà e rimuovere l'automatismo dai cui derivano gli aumenti. Bignami quest'oggi ha ripreso il discorso sottolineando che sarà svolto "un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni".

Come cambiano le cifre

In che modo? Se le multe devono avere una natura "afflittiva", ossia di punizione per chi ha commesso determinate infrazioni stradali, "una persona che ha un reddito più elevato può evidentemente essere afflitta da un punto di vista di contrasto ai fenomeni di sicurezza stradale con una sanzione più elevata". Il ragionamento è chiaro, e fila: se per il divieto di sosta dal 2023 si pagheranno 46 euro invece degli attuali 42, è chiaro che sarebbero gravati maggiormente i redditi medi-bassi rispetto agli altri. Se chi verrà sorpreso a guidare con il telefonino dovrà sborsare 183 euro invece di 165, la soluzione proposta quest'oggi va nella direzione di non gravare troppo nelle tasche di chi non può. Questo non significa essere "graziati", ma verrebbe usato il buonsenso per un momento di grossa crisi come quello attuale che certamente non potrà sparire con un colpo di spugna nel prossimo mese di gennaio.

Come funziona in Europa

Se è vero che in Italia sarebbe una prima volta, pagare le multe in base alle proprie disponibilità economica è già una prassi collaudata in molti Paesi europei come Svezia, Svizzera, Grecia e Finlandia: a Helsinki, in particolare, funziona così dagli anni '20 come ricorda il portale Chiarezza.it che si occupa di mobilità.

Addirittura, alcuni ricchi imprenditori finlandesi avrebbero sborsato cifre di migliaia di euro per aver superato i limiti di velocità consentiti di 40 Km/h (andava a 70): immaginate i ricorsi che sarebbero fioccati nel nostro Paese.

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