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Pensione anticipata, dal 2027 si cambia. Ecco cosa sapere

Tra le novità: stop al congelamento dei requisiti e adeguamento degli aumenti alla speranza di vita ISTAT

Pensione anticipata, dal 2027 si cambia. Ecco cosa sapere
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Se per la maggior parte dei lavoratori il traguardo della pensione rischia di apparire un obiettivo sempre più lontano, per alcuni di essi esiste la possibilità di ottenere il trattamento previdenziale in anticipo, purché in possesso di determinati requisiti. Almeno fino al 2026. Poi si apriranno nuovi scenari. Vediamo la situazione attuale e come cambierà.

Che cosa è la pensione anticipata

La pensione anticipata è il trattamento pensionistico che può essere conseguito anche prima del raggiungimento dell’età anagrafica per il pensionamento prevista dalla legge, a condizione che il lavoratore sia in possesso di requisiti specifici di contribuzione. Ne hanno diritto i lavoratori iscritti all'assicurazione generale obbligatoria, gli artigiani, i commercianti e coltivatori diretti iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, ai fondi sostitutivi, esonerativi ed esclusivi della stessa gestione, e ancora gli iscritti alla gestione separata Inps. Introdotta nel 2012 dalla Legge Fornero (articolo 24 del decreto legge 201/2011) al posto della pensione di anzianità, era associata ad un sistema di disincentivazione, poi soppresso, che prevedeva una riduzione del rateo in relazione al tempo mancante per il raggiungimento di un limite minimo di età, fissato a 62 anni.

Quali sono i requisiti per accedere alla pensione anticipata

I requisiti contributivi per accedere alla pensione anticipata sono fissati, fino al 31 dicembre 2026, a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne, con l’introduzione però di una finestra mobile trimestrale. Ciò significa che lavoratori e lavoratrici ottengono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti contributivi stessi. Ai fini del raggiungimento del requisito pensionistico sono validi tutti gli accrediti contributivi: obbligatori, volontari, da riscatto e figurativi. Devono però risultare almeno 35 anni di contribuzione al netto degli accrediti figurativi per disoccupazione indennizzata, malattia e infortunio non integrati dal datore di lavoro. Il requisito contributivo può essere ottenuto anche tramite cumulo, sommando i versamenti accreditati presso gestioni previdenziali differenti, casse professionali comprese.

Chi può andare in pensione con 41 anni e 10 mesi

I 41 anni e 10 mesi di contributi sono sufficienti da soli, senza un requisito anagrafico che li accompagni, per accedere alla pensione anticipata ordinaria. Nulla è cambiato rispetto allo scorso anno e nulla dovrebbe cambiare nel 2023. Se non che, scaduta quota 102, si passa a quota 103. Ma ciò non dovrebbe interessare quanti decidano di accedere alla pensione anticipata prevista dalla Legge Fornero.

Come si calcola la pensione anticipata

La pensione anticipata viene calcolata al pari dei trattamenti previdenziali amministrati dall’INPS: con sistema retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per quanti possiedono almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995; sistema misto, cioè retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo per chi possiede meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995; totalmente contributivo per chi non possiede accrediti al 31 dicembre 1995, per chi scelga di avvalersi dell’opzione al contributivo e relativamente agli accrediti presso la gestione separata. Se si fa riferimento al regime di cumulo per il raggiungimento dei 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, vanno considerati tutti i contributi accreditati presso le gestioni Inps, mentre non è considerata l’eventuale contribuzione accreditata presso le casse professionali. In questo caso ogni gestione liquiderà la quota di competenza secondo il proprio regolamento. La pensione anticipata, se sussistono le condizioni, può essere integrata al trattamento minimo o beneficiare delle maggiorazioni sociali, tra cui il cosiddetto incremento al milione. Inoltre può beneficiare della quattordicesima.

Quando si può presentare la domanda di pensione anticipata?

Per avere diritto alla liquidazione del trattamento pensionistico, deve essere cessata alla data di decorrenza della pensione ogni attività di lavoro subordinato (interruzione non prevista per i rapporti di lavoro autonomo o parasubordinato). Successivamente sarà possibile avviare eventuali nuovi rapporti di lavoro dipendente. Inoltre dal 2008 è prevista la cumulabilità del trattamento pensionistico anticipato e di anzianità con i redditi di lavoro.

Quali sono i lavori usuranti per anticipare la pensione

La normativa per i lavori usuranti concerne i soli lavoratori dipendenti (del pubblico impiego e del settore privato) che abbiano svolto nell’arco della propria vita lavorativa alcune attività, raggruppate in quattro macro-categorie: lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti; lavoratori notturni a turni e/o per l’intero anno; addetti alla cosiddetta “linea catena”, che svolgono cioè attività caratterizzate da ripetizioni costanti dello stesso ciclo lavorativo; conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo. Per mansioni particolarmente usuranti si intendono i lavori in galleria, cava o miniera; quelli ad alte temperature, quelli in cassoni ad aria compressa; le attività di asportazione dell’amianto, quelle di lavorazione del vetro cavo; i lavori svolti dai palombari, quelli espletati in spazi ristretti. Tali attività devono essere state svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di servizio, o per almeno metà della vita lavorativa totale. Chi rientra in queste categorie può accedere alla pensione con il vecchio sistema delle quote, se più favorevole rispetto alle regole di pensionamento introdotte con la Riforma Fornero.

Ai fini dell'accesso all'Ape sociale, prorogata a tutto il 2023, e all'anticipo pensionistico per i lavoratori precoci, la legge di stabilità 2017 ha istituito una nuova categoria di lavori particolarmente pesanti o gravosi, in cui figurano: addetti alla concia di pelli e pellicce; addetti spostamento merci e/o facchini; addetti ai servizi di pulizia; conducenti di camion o mezzi pesanti in genere; conducenti treni e personale viaggiante in genere; guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni; addetti all’assistenza di persone non autosufficienti; maestre/i di asilo nido e scuola dell'infanzia; infermieri o ostetriche che operano su turni; operai edili o manutentori di edifici; operatori ecologici e coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti. Elenco ulteriormente allargato nel 2018 a lavoratori marittimi, pescatori, operai siderurgici, operai agricoli.

Quanti anni di contributi servono per andare in pensione dopo il 2026

A partire dal 2027 il congelamento dei requisiti verrà meno e si riapplicheranno gli aumenti secondo gli adeguamenti alla speranza di vita ISTAT. In base alle elaborazioni dell’Inps, a partire dal 2027 ci dovrebbero essere 4 scatti da 3 mesi ogni biennio. Ciò vuol dire che per chi dovrà attendere dopo il 2026, andare in pensione potrebbe richiedere diversi mesi di contributi in più. Ad esempio, per il biennio 2027 e 2028 saranno necessari 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini (42 e 1 mese per le donne), e così via. Naturalmente l’aumento dell’età pensionabile non riguarderà solo coloro che sceglieranno l’anticipata.

Ogni trattamento previdenziale, infatti, è soggetto agli adeguamenti di volta in volta previsti.

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