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Riscaldamento condominiale: ecco quando è possibile staccarsi

Come fare se si decide di staccarsi dal riscaldamento centralizzato?

Riscaldamento condominiale: ecco quando è possibile staccarsi

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Riscaldamento condominiale: ecco quando è possibile staccarsi

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Si tratta di una delle spese, per chi abita in condominio, che incide maggiormente sul bilancio familiare.

Il riscaldamento centralizzato garantisce, da un impianto unico per tutto l’immobile, di fornire e stabilizzare la temperatura delle abitazioni in “range” di calore definiti che non devono superare i 20°C, con uno scarto di tolleranza di 2 gradi.

A differenze degli impianti autonomi la cui installazione, manutenzione e gestione sono a carico del proprietario dell’immobile, i costi del riscaldamento centralizzato sono a carico di tutti i condòmini in base alle tabelle millesimali, per cui ogni appartamento deve corrispondere una quota mensile.

Il funzionamento del riscaldamento, nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa vigente, è stabilito dall’assemblea di condominio e, di conseguenza, tutti i residenti nell’immobile devono adeguarsi; può succedere, però, che ci si voglia staccare dall’impianto centralizzato per avere maggiore autonomia con il riscaldamento indipendente.

È possibile fare questa scelta? Cosa bisogna fare? Vediamo meglio come muoversi.

Ci si può staccare dal riscaldamento condominiale? Come farlo?

La risposta è sì; secondo quanto previsto dall’articolo 1118 del Codice civile: “Il condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. In tal caso il rinunziante resta tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma”.

Occorre fare attenzione, però, che non ci sia un divieto espresso al distacco all’interno del regolamento condominiale o, addirittura, da quello comunale che prevede che dall’utilizzo degli impianti centralizzati derivi un minor dispendio energetico.

Si tratta, negli ultimi 2 casi, di fattispecie abbastanza particolare per cui è possibile dire che nella maggior parte dei casi è possibile staccarsi e, per farlo, non è necessaria l’approvazione dell’assemblea ma è un atto unilaterale ma devo sussistere 2 motivazioni essenziali:

  • dal distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per altri condomini;
  • non derivano aggravi di spesa per gli altri condomini.

Se questi 2 elementi sono soddisfatti è possibile staccarsi dandone apposita comunicazione all’amministratore di condominio con allegata la perizia del tecnico che attesta che non ci saranno effetti svantaggiosi per gli altri, e che sono rispettate delle norme previste dalla legge.

Nel caso in cui venga contestata la perizia, dovrà essere incaricato un tecnico per fare una nuova valutazione.

Quanto costa?

L’aspetto fondamentale per decidere se staccarsi o meno dall’impianto condominiale è, senza dubbio, quello economico e, dunque, il risparmio che ne deriverebbe tenendo a mente che il passaggio alla centrale autonomaha dei costi.

Come scritto sopra, difatti, la prima cosa da fare è incaricare un perito il cui costo può aggirarsi tra gli 800 e i mille euro. Successivamente si deve acquistare la caldaia autonoma la cui spesa potrebbe essere, a seconda del modello, tra gli 800 e i 1.500 euro.

Poi si dovranno sostenere le spese per adattare l'impianto di riscaldamento interno all'abitazione e qui i costi costi potrebbero aggirarsi tra i 2.500 e i 4.000 euro, infine andrà installata la nuova canna fumaria con una spesa intono agli 800 euro.

In sintesi, facendo i calcoli, la spesa complessiva per il passaggio al riscaldamento autonomo potrebbe aggirarsi anche tra 5mila o 6mila euro e non dimenticamoci che, secondo quanto previsto da alcune sentenze, chi si distacca dal riscaldamento condominiale dovrà anche continuare a pagare non solo la manutenzione straordinaria e le spese di conservazione, ma anche il consumo involontario dall'impinato centralizzato.

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