Finita la «pacchia» del 110% che cosa resta per incentivare gli interventi di riqualificazione edilizia (in senso energetico e sismico)? Innanzitutto, e fino al 2025 c’è il residuo del Superbonus: 70% per il 2024 e 65% per il 2025, che sarà l’ultimo anno in cui la misura sarà accessibile. Chi aveva lavori già avviati, quindi, quest’anno dovrà pagare il 30% delle spese edilizie. In caso contrario, se aveva utilizzato lo sconto in fattura o la cessione del credito, potrà anche decidere di chiudere i lavori in anticipo e non dovrà restituire i soldi già ottenuti finora, anche se non ha raggiunto l'obiettivo del salto di due classi energetiche.
C’è poi l’Ecobonus, che sarà in vigore fino alla fine del 2024. Nella gran parte dei casi, il bonus vale il 65% delle spese sostenute (sarà il 36% nel 2025), soprattutto per quanto riguarda le abitazioni singole. La percentuale scende al 50% per alcuni interventi (finestre e infissi). Ma la «giungla» dei bonus deve ancora essere disboscata. Il «Sismabonus» in aree ad alto rischio sismico vale ancora il 110% (cumulabile all’ecobonus), ma con l’obbligo di polizza assicurativa contro i rischi catastrofali). C’è anche il Bonus ristrutturazione che offre una detrazione del 50% fino a fine 2024 per i lavori di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, entro il limite di 96mila euro. Si tratta, ad esempio, di interventi sugli infissi, i serramenti, il tetto. Anche in questo caso, nessuna possibilità di usare sconto in fattura o cessione del credito: bisognerà pagare interamente i lavori e poi scalare la somma dovuta dalla dichiarazione dei redditi. Anche il Bonus barriere architettoniche sarà ridimensionato nel 2024. L’agevolazione vale il 75%, ma solo per gli interventi che riguardano scale, rampe, ascensori, piattaforme elevatrici e servoscala. Saranno esclusi quindi finestre, porte e pavimenti, oltre all'automazione degli impianti. Lo sconto in fattura sarà riservato alle parti comuni dei condomini, alle persone con reddito inferiore ai 15mila euro e alle persone con disabilità secondo i requisiti previsti dalla legge 104. Il tetto di spesa è fissato a 50mila euro per le villette unifamiliari, 40mila euro ad appartamento per i condomini fino a otto unità, e 30mila euro ad appartamento per quelli con più di otto unità.
Resta il Bonus verde (per tutto il 2024) e vale il 36% di quanto speso per sistemare il verde già esistente in un edificio, oppure creare nuove aree verdi o giardini pensili. Lo stesso vale per i giardini condominiali. Sono incluse anche le spese di progettazione e quelle di manutenzione collegate ai lavori.
Sono escluse le manutenzioni ordinarie e periodiche, se non sono collegate a un nuovo intervento. Il massimo che si può spendere è 5mila euro per unità. Senza dimenticare il Bonus mobili ed elettrodomestici che copre una spesa massima di 5mila euro – inclusi trasporto e montaggio – e permette di ottenere un rimborso del 50% per l'acquisto di mobili, appunto, oppure grandi elettrodomestici purché rispettino specifici criteri di classe energetica.
L’acquisto però deve avvenire nel contesto di altri lavori edilizi.
Non si può ottenere lo sconto se si vuole semplicemente comprare un mobile per la casa, ma solo se lo si acquista per una casa in riparazione, o comunque un immobile, in cui si stanno svolgendo dei lavori di ristrutturazione. È necessario che il pagamento sia fatto con bonifico, oppure con carta di credito o debito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.