Rottamazione quater, aderiscono 250mila esclusi

Alla riapertura dei termini hanno aderito meno della metà dei 600mila contribuenti che avevano perso il diritto alla definizione agevolata per non aver pagato le rate. In Parlamento settimana decisiva sulla rottamazione Quinques e sul magazzino fiscale da oltre 1.800 miliardi, per lo più inesigibili

Rottamazione quater, aderiscono 250mila esclusi
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Ci sono 250mila contribuenti che hanno aderito alla riapertura della rottamazione Quater, chiusa lo scorso 30 aprile. Secondo i dati di «Italia Oggi» a essere «ripescabili» nella definizione agevolata per vecchi ruoli fino al 2000, per cui si era avviata la rottamazione ma si erano saltate una o più rate, c’era una platea di circa 600mila decaduti.

Entro il 30 giugno 2025 sarà possibile per loro rientrare nella definizione agevolata senza pagare sanzioni, interessi di mora o aggio, con sospensione delle cartelle e di qualsiasi azione esecutiva. Per loro la prima rata è fissata al 31 luglio 2025. Nelle precedenti rottamazioni il tasso di decadenza era arrivato anche al 70%, colpa di paletti troppo rigidi (poche rate, troppo alte e troppo ravvicinate, vedi rottamazione Ter), per la Quater eravamo al 49%. In caso di ulteriore, mancato pagamento è prevista la decadenza automatica dai benefici della rottamazione e il conseguente riavvio delle procedure esecutive per il recupero integrale dei crediti.

È per questo che magazzino della riscossione - oggetto di una possibile rottamazione Quinquies, da fare decennale in 120 rate, di cui si discute in Parlamento - ci sono oltre 1.865 miliardi di euro di cartelle, di cui quelle realmente esigibili sono neanche il 10%.

Secondo l’Agenzia delle Entrate dei 38,5 miliardi attesi ne sono entrati 12,2, in attesa della riapertura dei termini. In settimana è attesa l’audizione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e del vice ministro al Mef Maurizio Leo sul progetto di legge sulla pace fiscale.

Chiudere il magazzino costerebbe molte risorse, più o meno il tesoretto previsto dal concordato preventivo biennale (che si chiuderà il 30 settembre 2025) ma consentirebbe all’Erario di concentrarsi sui contribuenti morosi realmente aggredibili.

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