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Tassi triplicati e compravendite in calo: cosa succede ai mutui in Italia

L'aumento del costo del denaro voluto dalla Bce ha effetti nefasti sul mercato immobiliare italiano. I dati della Fabi

Tassi triplicati e compravendite in calo: cosa succede ai mutui in Italia

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Il mercato dei mutui in Italia langue a causa dei tassi di interesse. Comprare casa nel nostro Paese è diventata una chimera per le famiglie, sempre più demotivate da una situazione oltremodo complessa per il mattone. A certificarlo è uno studio della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), che ha registrato un aumento di tre volte dei tassi e un calo del 12% delle compravendite. Quest’ultimo, osserva il sindacato dei bancari, è un processo consolidatosi a partire dal quarto trimestre del 2022. E si tratta di un crollo che riguarda tutti i tipi di abitazione e l’intero territorio nazionale.

Quante compravendite ci sono ogni anno in Italia

A settembre 2023 le compravendite sono state 507.879, quasi 70mila in meno di dodici mesi prima. Il 62% di chi accende un mutuo lo fa approfittando delle agevolazioni previste per la prima casa, anche questo un dato in costante diminuzione.

La vendita di immobili nuovi si è ridotta del 15,9% così come quella delle abitazioni residenziali (-28%). Oggi la percentuale dei cittadini pronti a indebitarsi per acquistare casa si è contratta dal 50 al 41%.

Cosa può succedere ai tassi di interesse

L’ostacolo più grande è il costo del denaro, giunto al 4,5% con gli ultimi rialzi voluti dalla Bce nella lotta all’inflazione. Questo fenomeno sta colpendo soprattutto l'Italia, dove lo stock dei mutui è sceso nel 2023 di 2,3 miliardi di euro a dispetto di un incremento di 35 miliardi nei due anni precedenti. Sembrano infatti un lontano ricordo i saggi di gennaio 2022, quando le banche applicavano un tasso dell’1,4%. Nei mesi successivi è iniziata la crescita graduale finché non è stata sfondata la soglia psicologica del 4% a marzo 2023.

Al momento un cambio di rotta appare improbabile. La speranza è che la Banca centrale europea, passata la buriana, stabilisca un nuovo taglio dei tassi che potrebbe riaccendere il mercato immobiliare. Tuttavia, avverte la Fabi, la reazione delle famiglie italiane a qualsiasi mossa della Bce non è detto che sia subito positiva. Occorre accertare, conclude l’analisi, che la discesa dell’ultimo bimestre possa rappresentare l’avvio di un percorso strutturale.

"L’allentamento della politica monetaria, atteso ormai dalla maggior parte degli osservatori, è fondamentale – evidenzia il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni – proprio per rimettere in condizione, al più presto, le stesse banche di poter tornare a sostenere il mercato immobiliare.

Per l’Italia significa ridare ossigeno a un pezzo fondamentale della nostra economia che vale diversi punti di pil, se si conteggiano tutti i settori collegati alla compravendita e tutto il cosiddetto indotto".

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