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Vacanze 2023: ecco la classifica delle località più costose e quelle più convenienti

Così come il costo della vita in generale, cresce anche quello per le vacanze, dalle spese per il cibo a quelle per gli alloggi. Ecco dove si registrano i maggiori aumenti, per capire cosa ci aspetta, o pensare alle possibili alternative

Vacanze 2023: la classifica delle località più costose e quelle più convenienti
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“Dove vai in vacanza?”, oltre ad essere il titolo di un celebre film italiano a episodi di fine anni ’70, con un esilarante Alberto Sordi ne “Le vacanze intelligenti”, è la domanda che ci si sente rivolgere abbastanza spesso in questo periodo. Una domanda però, a cui, a dispetto della grande voglia di vacanze degli italiani, è sempre più difficile rispondere, principalmente per la questione costi, in continua crescita per spese di viaggio e alloggio, riflesso delle tristemente note crisi energetica ed inflazione, e di un contesto internazionale non propriamente “sereno”. Se dunque il flusso dei turisti stranieri verso il nostro Paese è tornato e in certi casi ha superato i livelli pre pandemici, programmare una vacanza, anche breve, per gli italiani si può paragonare ad uno slalom. Secondo Assoutenti, le tariffe per soggiorni soprattutto nelle città d'arte sono cresciute a ritmi vertiginosi, con aumenti anche a due cifre. Non va meglio nelle località balneari e il timore è che gli italiani possano rinunciare a viaggiare, aspettando tempi migliori.

Cerchiamo allora di capire meglio qual è la situazione, “partendo” per un viaggio ideale alla scoperta delle città più care in generale (non senza qualche sorpresa), per conoscere più nel dettaglio i dati relativi alle mete turistiche, ma anche il “sentiment” di chi si appresta ad organizzare la propria vacanza.

Le cinque città più care nel 2023

Sulla base dei dati forniti da Istat relativi all'inflazione di marzo 2023, e rielaborati dall'Unione Nazionale Consumatori, è Bolzano la città in cui è aumentato di più il costo della vita. L'inflazione tendenziale è pari al più 8,5% nella città del Trentino Alto Adige e si traduce in una maggiore spesa aggiuntiva equivalente a 2.259 euro mediamente per famiglia.

Al secondo posto in questa poco invidiabile classifica, Milano: nel capoluogo lombardo si registra un rialzo dei prezzi dell'8,2% e c'è un aumento di spesa annuo medio per ogni famiglia di 2.226 euro.

Terzo posto del podio per una città toscana, Siena, che con un più 9,6% ha una inflazione tra le più alte in Italia, con una spesa supplementare per una famiglia tipo pari a 2.164 euro.

Genova si trova al quarto posto: per il capoluogo della Liguria, il poco invidiabile primato di città con l'inflazione più alta d'Italia, pari a più 9,8%. Questo comporta per famiglia media una spesa di 2.136 euro su base annua.

Per il quinto posto di questa classifica si torna in Lombardia, a Varese, dove l'inflazione è pari al +7,8% e il costo annuo extra per famiglia tocca i 2.057 euro.

Cara vacanza

Andare in vacanza questa estate rischia di essere "un vero e proprio salasso, a causa dei pesanti aumenti dei prezzi registrati nel comparto nell'ultimo periodo". A lanciare l’allarme Assoutenti, l'associazione a tutela dei consumatori che, sulla base di dati ufficiali Istat, ha realizzato uno studio confrontando i listini di hotel, pensioni, b&b e varie strutture ricettive nelle principali città italiane.

Nell'ultimo mese, rileva l’associazione, le tariffe dei servizi di alloggio "sono salite in media del +15,2% rispetto al 2022, con punte del +18% per alberghi e motel, mentre villaggi vacanza a campeggi costano l'11,1% in più".

Dunque anche il settore viaggi sta subendo rincari significativi, ed è probabilmente proprio per questo che nello scegliere la destinazione delle proprie vacanze, gli italiani prendono in considerazione in primo luogo i costi, indicati come discriminante per la scelta dal 76% degli intervistati. Seguono salute/sicurezza e distanza della destinazione (al 43%). Cibo e tradizioni sono invece fattori che vengono tenuti in considerazione dal 41%, mentre la sistemazione (hotel o altro) è un punto determinante nella scelta per il 38% degli intervistati.

Sono dati di una ricerca elaborata da Revolut, app finanziaria globale, su consumatori e tendenze di viaggio per l’estate 2023. Lo studio, effettuato in collaborazione con la società di ricerche Dynata, si riferisce ad un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1000 individui maggiorenni.

Ansia da villeggiatura

Fra gli altri elementi interessanti emersi dalla ricerca, il 76% delle donne (rispetto al 72% degli uomini) si dice preoccupato per i rincari delle vacanze, con il 24% del campione femminile che sostiene di vedere il proprio budget per le ferie fortemente a rischio. Saranno le donne, infatti, a spendere meno: il 61% stima infatti una spesa tra i 250 e i 1000 Euro per una settimana di viaggio, mentre il 59% degli uomini dichiara di voler spendere tra i 500 e 2000 euro.

Si calcola che l’aumento dei costi impatterà quest’anno, in modo marginale o più marcato, sui viaggi di oltre 33 milioni di italiani. In media, il budget per un viaggio di una settimana, seguirà questa ripartizione: meno di 250 euro per il 7%, tra 250 e 500 per il 24%, tra 500 e 1000 per il 36% e tra 1000 e 2000 per il 17%. Solo il 5% è orientato a spendere oltre 2000 euro per sette giorni di vacanza.

Guardando alle attività preferite, le esperienze gastronomiche riscuotono il 68% delle preferenze, seguite dalla visita dei luoghi tipici della destinazione scelta (57%), natura e animali (49%), arte e musei (48%), shopping (36%).

A stressare maggiormente gli italiani in vacanza sembrano invece essere le folle (56%), le truffe (37%) e gli scioperi aeroportuali e dei trasporti (29%).

Il sondaggio di Revolut ha anche rivelato che i vacanzieri italiani pensano che la Spagna sia la migliore destinazione estera per rapporto qualità-prezzo (indicata dall’8%), seguita da Grecia (7%) e Croazia (5%).

Le mete turistiche più "salate"

E l’Italia? Tornando alla ricerca di Assoutenti, per quanto riguarda le destinazioni turistiche nostrane, il trend delle tariffe al pubblico è molto diversificato sul territorio, e gli aumenti maggiori riguardano città d'arte, che nell'ultimo periodo hanno fatto registrare il più alto numero di visitatori. E così Firenze si piazza al primo posto della classifica per il caro-albergo: nell'ultimo mese i listini delle strutture ricettive del capoluogo toscano sono rincarati del +43,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Al secondo posto Milano, con tariffe in crescita del +38% su base annua.

Ci sono poi altre città che vedono salire vorticosamente, a sorpresa, le tariffe delle strutture ricettive. Lo studio dell’associazione colloca al terzo posto Campobasso (con un +28,9%). Seguono Venezia (+25,7%), Palermo (+25,3%) e Ferrara (+24,6%). Non sono da meno le località balneari, destinazioni tipiche delle vacanze estive, che hanno iniziato a ritoccare i listini di hotel, b&b e villaggi vacanza. In primis la Sardegna, dove a Olbia-Tempio i rincari si attestano al +20,3%, ma non si scherza neanche in Puglia e in Emilia Romagna, dove si registrano aumenti che vanno dal +15% al +17% (va considerato che i dati relativi a quest'ultima regione si riferiscono al periodo pre alluvione, e che potrebbero verificarsi delle variazioni in conseguenza dell'evento). Il timore è che questa tendenza all’aumento continui, andando incontro alla stagione piena.

In controtendenza tre sole province italiane, Caltanissetta, Viterbo e Trapani, dove i prezzi degli alloggi registrano un trend inverso con tariffe in calo rispetto allo scorso anno, rispettivamente con -5,8%, -5,3% e -4,1%.

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