Clandestini dalla Cina con documenti falsi

Da gennaio respinti 67 orientali

Sono sempre più numerosi i cittadini cinesi che, con documenti falsi procurati direttamente in Cina da un’organizzazione criminale, cercano di entrare clandestinamente in Italia e, in alcuni casi, di proseguire il viaggio verso altri Paesi anche al di là della Comunità europea. È quanto emerge all’aeroporto di Fiumicino dalle ultime operazioni della Polaria finalizzate al contrasto dell’immigrazione clandestina, che hanno visto, ancora nei giorni scorsi, l’arresto di due cittadini di Singapore e Hong Kong accusati appunto di favoreggiamento e il conseguente respingimento di tre cinesi diretti a Cancun e da qui in Usa.
E così dall’inizio dell’anno sono già 67 i cinesi respinti alla frontiera dalla Polaria (erano stati 140 nell’intero 2005), che ha peraltro arrestato sette persone appartenenti all’organizzazione criminale e sequestrato 6mila euro in contanti ed un controvalore in biglietti aerei per un ammontare pari a 15mila euro.
Dalle stesse ammissioni di alcuni degli indagati è emerso che i cinesi entrano in contatto con l’organizzazione criminale in Cina, dove viene effettuato il pagamento della somma richiesta. I clandestini sono poi presi in consegna presso l’aeroporto di partenza ed accompagnati sino alla frontiera italiana dove vengono loro consegnati i documenti contraffatti e fornito l’indirizzo di un albergo situato normalmente nei pressi della stazione Termini. Qui avviene poi il ricongiungimento con i favoreggiatori per il successivo trasferimento verso le destinazioni finali. Le ultime due operazioni hanno avuto un andamento simile: i clandestini sono stati bloccati al momento della partenza per Cancun dopo essere arrivati a Roma alcuni giorni prima.

I tre avevano i passaporti falsificati, due di Singapore e l’altro di Hong Kong, che erano stati loro consegnati nella capitale da due membri dell’organizzazione criminale. Subito dopo è scattato l’arresto per i due accompagnatori e il foglio di via per i tre cinesi.

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