Prima il fatto, poi la cornice. Il Csm, sezione decentrata di Torino, organizza per l8 ottobre un seminario sul reato di immigrazione clandestina. Norma voluta dal ministro dellInterno, votata dal Parlamento, promulgata dal capo dello Stato. I sigilli ci sono tutti, ai giudici il compito di applicarla. Guardate invece come si apprestano a boicottarla.
Ho davanti il dépliant del convegno destinato a dare «la linea» ai magistrati torinesi che si occuperanno di clandestini. In testa, quattro foto di immigrati sfiniti e stesi sulla riva del mare, probabilmente di Lampedusa. Nella prima, un profugo bocconi, apparentemente privo di sensi. Nella seconda, è tra le braccia di un soccorritore. Nella terza, cerca di muoversi carponi. Nellultima, cade supino sulla spiaggia più morto che vivo. Sullo sfondo, bagnanti che osservano indifferenti. Sotto la sequenza strappacuore, il tema del convegno: «Pacchetto sicurezza. Le principali modifiche introdotte al codice penale e al Testo unico sullimmigrazione».
Il messaggio è inequivocabile: da un lato gli infelici in cerca di soccorso, dallaltro le leggi crudeli del governo Berlusconi, in mezzo cittadini ignavi, imbarbariti dal razzismo del centrodestra. Grazie a un montaggio suggestivo, gli organizzatori del convegno torinese - come ha osservato un componente del Csm che conosce i suoi polli - «sputtanano» il pacchetto sicurezza già a partire dalla presentazione cartacea. Sulla faccenda ha presentato uninterrogazione il deputato pdl, Enrico Costa.
Facendo leva sulla sola umanità, il seminario torinese trucca le carte e presenta a modo suo limmigrazione illegale che il Parlamento vuole arginare. Se tanto mi dà tanto, un convegno di segno opposto potrebbe fare una locandina con la foto della signora Reggiani uccisa da un clandestino romeno, dei coniugi DAmbrosio massacrati in casa da irregolari e altre cose così. Imbroglierebbe, come imbrogliano le toghe piemontesi incaricate dal Csm di aggiornare i colleghi sulle leggi penali votate dal Parlamento.
Con questo convegno, Torino - partita con qualche ritardo rispetto ad altri tribunali - passa in prima linea nella disapplicazione delle norme anticlandestini. Laltro ieri, la procura guidata da Giancarlo Caselli ha opposto lillegittimità costituzionale del pacchetto sicurezza. Lha fatto nel corso di un processo a un irregolare egiziano davanti al giudice onorario. Tutto era stato predisposto per suonare la grancassa. I cronisti giudiziari erano stati avvertiti e cera la moglie marocchina dellimputato col bambino in braccio. In aula, la distribuzione delle parti si è svolto con la perfezione di un meccanismo a orologeria. Lavvocato difensore, facendo il suo mestiere, ha sollevato leccezione di incostituzionalità, la Procura lha fatta sua, il giudice di pace lha accolta. Il processo è stato sospeso e la faccenda rinviata alla Corte costituzionale. Conclusione: la legge resta lettera morta. Per Caselli - se si è capito bene - la clandestinità, se non è accompagnata da un altro reato, non è reato. Lopposto di quanto ha deciso il Parlamento secondo cui la clandestinità, per il solo fatto di esserci, è reato in sé.
Per tornare al convegno di ottobre, uno dei tre relatori è lavvocato Guido Savio, lo stesso che ha difeso legiziano eccependo lincostituzionalità del pacchetto sicurezza. Unita alla locandina taroccata, un altro segno che il seminario servirà solo a convincere lintera magistratura torinese che la legge va sabotata.
Mi chiedo che senso hanno questi corsi organizzati dal Csm in periferia. In astratto, dovrebbero uniformare le sentenze da Bolzano a Palermo. Ma affidati agli umori e agli orientamenti dei suoi rappresentati locali finiranno per creare giurisprudenze contrarie. A Torino, due dei tre referenti del Csm - Roberto Arata e Alberto Giannone - sono di sinistra. Da altre parti, potrebbero pensarla allopposto. A Torino i clandestini avranno via libera. Altrove, saranno condannati. Allirregolare basterà saperlo per non farsi trovare nel posto sbagliato.
Resta da chiedersi: se ogni magistrato può scardinare la lettera e lo spirito di un legge che ci sta a fare il Parlamento? Non ho una risposta, ma vi do la mia diagnosi: ogni giorno di più questo Paese è un casino.
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