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Come la Claps: sparì 35 anni fa Il cadavere trovato in un pozzo

Una brutta storia, resa ancora più orribile da una frase scritta da un carabiniere. Una frase di cui l’Arma dovrebbe - deve - vergognarsi. «Ottavia è conosciuta in paese come una persona di dubbia moralità (...) era nota infatti la sua abitudine di accompagnarsi a vecchi del paese dai quali riceveva denaro (...)». Questo si legge in uno dei verbali allegati al fascicolo relativo alla sparizione di Ottavia. Che non è - si badi bene - una donna adulta, ma una bambina di 12 anni. Semplicemente una bambina di 12 anni. E i carabinieri cosa fanno? Invece di sbattere in galera i vecchi che abusavano del suo corpo, danno praticamente della prostituta alla piccola Ottavia. Fin qui la premessa d’obbligo.
Ma a questo punto - per capire di cosa stiamo parlando - dobbiamo fare un passo indietro, addirittura di 35 anni.
È il 12 maggio 1975, siamo a Montemurro, un paesino in provincia di Potenza: Ottavia De Luise è l’ottava figlia di una famiglia numerosa. Una mattina esce di casa e non torna più. Inutile ogni ricerca. Il caso viene archiviato. Trentacinque anni di oblio. Fin quando a Chi l’ha visto? si torna a parlare di Ottavia. È come se un soffio di aria pulita facesse volar via dal «fascicolo-De Luise» tutta la polvere accumulata nel corso di tre decenni e mezzo. La polizia di Potenza (la stessa che indaga sull’omicidio di Elisa Claps) va a Montemurro e scava nel podere della cascina nei pressi della quale Ottavia fu vista l’ultima volta in quella dannata mattina del 1975. Il sopralluogo lascia gli inquirenti a bocca aperta: nel pozzo vengono trovati dei «reperti», qualcuno parla espressamente di «resti umani». Potrebbe trattarsi di ciò che rimane del cadavere di Ottavia. Ancora presto per dirlo. Sta di fatto che della bambina si persero le tracce 35 anni fa e, dopo sommarie indagini, nessuno si occupò più della vicenda. Ma ora la polizia ha deciso di avviare le indagini ripartendo dall’ultimo avvistamento della bambina.
Ottavia De Luise a Montemurro è per tutti «la bambina scomparsa sulla via vecchia»: lungo quella strada fu notata da una contadina che le chiese: «Dove stai andando». «Alla masseria...», rispose la dodicenne.
Ed è proprio nel pozzo di una masseria lì vicino (il cui proprietario non venne mai interrogato dai carabinieri ndr) che la polizia scientifica ha trovato i «reperti», ora già al vaglio del medico legale.
A portare gli investigatori su quei terreni è stata anche una lettera anonima fatta recapitare due anni e mezzo fa al fratello di Ottavia, Settimio De Luise, in cui si invitava la famiglia a non cercare più la bambina poiché «era stata violentata, uccisa, e poi nascosta». Le ricerche sono condotte dalla squadra mobile di Potenza che, in seguito a una segnalazione di Gildo Claps (il fratello di Elisa Claps ndr), ha incontrato Settimio De Luise e immediatamente avviato le indagini che nel 1975 non portarono a nulla. Nei verbali redatti dai carabinieri dell’epoca è riportato che la bambina subiva abusi da parte di anziani residenti a Montemurro in cambio di poche centinaia di lire. Tra questi vi era anche un personaggio, noto in paese come il «viggianese» che, all’epoca della scomparsa della bambina, aveva 52 anni. L’uomo, ormai deceduto, non fu mai processato per le molestie perché la famiglia De Luise non presentò denuncia e in quegli anni gli «atti di libidine» (sostituiti nel codice dalla «violenza sessuale») erano perseguibili solo su querela di parte.
Ora Settimio De Luise ha deciso di denunciare per favoreggiamento il brigadiere dei carabinieri che guidò le indagini nel 1975: «Voglio solo giustizia. Il desiderio di mia madre di ritrovare Ottavia deve essere finalmente esaudito».

Finalmente.

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