Clienti fingono una rapina per non pagare le lucciole

Rapinatori, ma soprattutto scrocconi. Si depredavano a turno, inscenando persino un finto sequestro, per non pagare la prostituta con cui si appartavano. E se capitava per ripulirla anche dei guadagni. Ma il trucco messo in piedi da due cittadini originari del Bangladesh è crollato: i loro movimenti sono stati ripresi da una videocamera di sicurezza del vicino ipermercato. È bastata un’occhiata ai filmati per smascherare Q. M. e M. G., entrambi trentenni di Monza, ora denunciati a piede libero. La scorsa notte una 25enne brasiliana si è rivolta ai militari raccontando di essere stata vittima di una rapina in viale Stucchi. La donna ha raccontato di essere stata minacciata con una bottiglia rotta da un uomo a volto scoperto sbucato da un cespuglio. Il rapinatore aveva atteso che cliente e prostituta si fossero ricomposti e dopo era passato all’azione. Dopo averla depredata di 300 euro aveva obbligato il cliente a guidare l’auto per la fuga. Una storia plausibile anche perché confermata la mattina successiva, dal finto cliente, che denunciava in caserma d’essere stato derubato di bancomat e navigatore e ferito con un’arma da taglio. Ma la videocamera dell’iper aveva immortalato i due complici che poco prima erano arrivati sul posto dividendosi i compiti.

Uno a caccia di lucciole e l’altro nascosto tra il verde. Messi alle strette i due hanno capitolato in fretta, confessando tutto e restituendo la borsa alla donna. Entrambi sono stati denunciati per rapina e simulazione di reato.

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