Sgominata una banda specializzata nel rapinare giovani fuori dei locali pubblici. Landazzo andava avanti da un paio danni e, per parecchio tempo, nessuna delle vittime aveva trovato il coraggio di raccontare tutto ai carabinieri. Fino al 23 maggio del 2004, quando di fronte al «Gallery Pub» di Lissone, due ragazzi di 17 e 18 anni sono avvicinati da tre balordi. Uno minaccia senza scrupoli: «Voi non sapete chi sono io. Mio padre si trova in galera, è il boss della zona». Le vittime intimidite consegnano il portafogli e i telefonini. Il terzetto prende le schede sim dei cellulari e li restituisce ai rapinati. Un errore che, al termine della lunga indagine li porta dritti nei guai. I giovani aggrediti denunciano lepisodio ai carabinieri di Desio. Gli uomini in divisa si mettono al lavoro, intercettano le telefonate che partono dalle schede rapinate e risalgono agli autori materiali della rapina. Si tratta di un uomo di 34 anni e di due giovani di 23 e 20 anni. I primi due residenti a Lissone, il terzo a Cesano Maderno. Non è finita. Linchiesta va avanti. Gli uomini del capitano Vincenzo Barbato cominciano una serie di perquisizioni in casa di alcuni sospettati, tra cui una donna, casalinga di 42 anni.
Nelle loro abitazioni i militari trovano decine di telefonini, autoradio e altro «materiale» rapinato nel corso delle razzie messe a segno in diversi comuni della zona. Tutti gli elementi della banda sono denunciati a piede libero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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