Clima, Barroso all'Italia: "Nessuna flessibilità"

Roma ritiene insostenibili gli oneri per l’industria e l’economia. Ma il presidente della commissione Ue avverte: "Errore mondiale se la crisi finanziaria facesse dimenticare la sfida del cambiamento climatico". Prestigiacomo: "Sul pacchetto clima-energia l’Italia non è sola"

Clima, Barroso all'Italia: 
"Nessuna flessibilità"

Bruxelles - L’Unione europea deve mantenere gli obiettivi di lotta al cambiamento climatico per i quali non è possibile "nessuna flessibilità". Interpellato sulla posizione dell’Italia che ritiene insostenibili gli oneri per l’industria e l’economia, il presidente della commissione Ue, Josè Manuel Durao Barroso, fa sapere che "nessuna flessibilità per gli obiettivi, ma solo per centrare gli obiettivi". Insomma, sarebbe "un vero errore mondiale se la crisi finanziaria facesse dimenticare la sfida del cambiamento climatico".

Nessuna flessibilità "Non vedo motivi per modificare gli obiettivi", ha detto Barroso, facendo riferimento ai target approvati dai 27 lo scorso anno che prevedono il 20% di riduzione del Co2 entro il 2020 rispetto al 1990, un aumento del 20% dei consumi da energie rinnovabili e un incremento del 20% di efficienza energetica, sempre entro il 2020. «Spuntiamo tutta la flessibilità possibile, purchè nel contesto degli obiettivi concordati», ha insistito. "La crisi finanziaria non ha ridotto la minaccia del cambiamento climatico", ha sottolineato Barroso rilevando che "non è un lusso salvare il Pianeta, ma è cruciale per il futuro dell’Europa e del mondo". Per Barroso, sarebbe un errore abbandonare ora la leadership mondiale nella lotta al clima, in un momento in cui "ci aspettiamo che anche gli altri grandi partner seguano il nostro esempio". Alla conferenza di Copenaghen sul clima - ha assicurato, "faremo tutto il possibile per raggiungere un accordo globale perchè il fardello degli oneri deve essere condiviso a livello mondiale".

Prestigiacomo: "L'Italia non è sola" Sul pacchetto clima-energia l’Italia non è sola. "L’impegno dell’Europa per la riduzione delle emissioni e la protezione del clima non deve avere effetti negativi sulla competitività della nostra economia soprattutto tenendo conto della crisi finanziaria globale, e deve essere in grado di convincere i grandi paesi inquinatori (a cominciare da Usa ,Cina, India, Australia) ad assumere impegni analoghi", ha detto il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, al termine di un incontro con il commissario Ue all’Ambiente, Stravor Dimas. L’incontro è avvenuto a margine della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici che si è chiusa oggi a Varsavia. "L’Italia non è la sola a pensarla in questo modo - ha aggiunto Prestigiacomo - e le sollecitazioni italiane a una riflessione su questi temi hanno trovato ascolto in molti altri partner europei". Prima di incontrare Dimas, Prestigiacomo ha avuto la possibilità di verificare "una larga convergenza di valutazioni sul pacchetto clima-energia con il ministro dell’Ambiente della Polonia: entrambi i ministri hanno convenuto che prima della definitiva applicazione del pacchetto è necessaria una valutazione dell’efficacia e della sostenibilità delle misure previste". A questo fine i ministeri di Italia e Polonia hanno avviato un gruppo di lavoro tecnico comune in vista dei prossimi impegni europei ed internazionali. 

La proposta di Frattini Alla luce della crisi finanziaria serve flessibilità sull’attuazione del piano europeo di riduzione delle emissioni inquinanti entro il 2020, ha affermato oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini. L’impatto per l’Italia dell’approvazione del piano "equivarrebbe a 1,14 punti del Pil", ha aggiunto il ministro nella sua comunicazione alle Commissioni Esteri e Politiche dell’Unione europea di Camera e Senato.

L’Italia chiede dunque che "l’adozione di questa strategia sia accompagnata da una valutazione d’impatto sul sistema dell’economia reale" in modo che non vi sia solo una valutazione politica ma una valutazione "costo benefici rispetto ai sistemi industriali". Rispondendo poi alle domande, il ministro ha specificato di riferirsi ad una flessibilità sulle tappe intermedie.

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