Clima, comitato Onu finisce sotto tutela Troppe «eco-balle»

L’Ipcc, l’organo dell’Onu responsabile della stesura dei rapporti sui cambiamenti climatici, verrà messo «sotto tutela» di una commissione di scienziati indipendenti. Lo ha affermato un rappresentante delle Nazioni unite, citato dall’agenzia Reuters, secondo cui questa è la principale risposta dell’agenzia alle polemiche dei mesi scorsi sulla scarsa affidabilità dei dati utilizzati.
«La composizione e gli obiettivi del panel verranno messi a punto nei prossimi giorni - ha affermato Nick Nuttall, portavoce dell’Unep, durante la conferenza di Bali - e farà una revisione credibile del lavoro preparato finora dall’Ipcc in vista del quinto rapporto. I primi risultati dovrebbero essere presentati già ad ottobre, e speriamo che questo metta fine alle polemiche».
L’Ipcc ha ammesso il mese scorso di aver sopravvalutato nel quarto rapporto, presentato nel 2007, la velocità di scioglimento dei ghiacciai in Himalaya, oltre ad altre imprecisioni dovute soprattutto all’utilizzo di dati non ancora pubblicati e quindi non verificati da esperti indipendenti. Il prossimo resoconto sui cambiamenti climatici sarà pronto per il 2014.
Intanto nella comunità scientifica continua a tenere banco il bluff del grafico Hockey Stick (o mazza da hockey), già passato alla storia come il grafico più taroccato nella storia della climatologia. E a sbagliare tutto (non si sa quanto in buona o mala fede), sono stati proprio i cervelloni dell’Ipcc.
Il grafico rappresenta i valori di temperatura dell’ultimo millennio ed è la prova più citata a sostegno della tesi sul contributo delle attività antropiche al riscaldamento globale. La ricostruzione è stata pubblicata da Nature nel 1998 e negli anni seguenti ha subito piccolissime variazioni che comunque non ne hanno alterato il significato originario. A firmare il lavoro del 1998 sono tre climatologi: Michael Mann, oggi alla Pennsylvania University, Raymond Bradley dell’università del Massachusetts e Malcom Hughes dell’università dell’Arizona.

Il grafico assume un significato politico assoluto nel 2001 quando diventa l’architrave del terzo Assessment Report dell’Agenzia delle Nazioni unite per i mutamenti climatici (Ipcc), a cui i media hanno dato, fino ad oggi, grandissimo risalto. Peccato che gran parte di quei dati fossero falsi.

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