Cocciante, un ritorno in grande stile

Stasera l’attesissimo concerto dopo il successo dell’opera «Notre Dame»

Antonio Lodetti

Sarà per quelle melodie semplici e al tempo stesso sofisticate, sarà per quei testi che ti fanno sentire fino in fondo al cuore il tormento e l’estasi dell’amore, ma Riccardo Cocciante per il pubblico italiano rimane prima di tutto un grande cantautore. I fan hanno aspettato otto anni, perché godesse il trionfo mondiale della sua opera Notre Dame, tratta da Victor Hugo, poi quello francese di Le Petit Prince di Saint-Exupéry, fino all’anteprima, lo scorso settembre al Colosseo, di Romeo e Giulietta (qui Cocciante ha interpretato da solo le arie dell’opera, scritte con l’inseparabile Pasquale Panella) che andrà in scena l’anno prossimo all’Arena di Verona.
Hanno aspettato l’uscita del nuovo album Songs, del triplo cofanetto antologico Tutti i miei sogni (solo le prenotazioni lo hanno già trascinato al disco d’oro) e ora finalmente lo ritrovano stasera, sul palco del Forum (oggi Datchforum) di Assago, per un attesissimo concerto. Il cantautore di Saigon 8 che ha appena scritto la colonna sonora per l’Oscar della Tv (di cui è testimonial) cittadino del mondo, oggi abita a Dublino («volevo vivere in un luogo in cui sentirmi libero dal peso del successo e della notorietà») e sale sul palco accompagnato da sei musicisti irlandesi e da Alberto Visentin alle tastiere. Un ritorno in grande stile ma senza sfarzo scenografico; luci eleganti e ben giocate a sottolineare le emozioni dei brani, due grandi schermi ai lati del palco e per il resto tutto affidato alle suggestioni della musica. Cocciante pescherà in un repertorio sterminato, viaggiando tra maturità e abbandono, tra l’amore per la melodia, l’energia del rock, la cantabilità, la sintesi colta. «Le mie radici sono classiche e melodiche - puntualizza Cocciante - ma attenzione a non vedere la melodia in una connotazione passatista. Grazie al rock ho imparato a declinarla con il linguaggio di oggi e con un’espressività più asciutta». Un Cocciante che continua a cantare l’amore nelle sue mille sfaccettature, aggiungendo ai classici del suo repertorio piccole perle - tratte da Songs - come il singolo (scritto sempre in coppia con Panella) Sulle labbra e nel pensiero, storia di due amanti perduti tra delirio ed estasi d’amore, oppure Tu Italia, o Elle e Tellement, perchè i brani dell’ultimo album sono cantati anche in spagnolo, francese, inglese (Songs appunto). «A volte un mio brano ha successo in Italia e non negli altri paesi e viceversa, vediamo se riesco ad abbattere una volta per tutte le barriere stilistiche».

Naturalmente c’è grande attesa per i suoi classici, riarrangiati e rivissuti con la saggezza e l’esperienza, che il cantautore dovrebbe dispensare a piene mani cantando la passione, la melanconia e la asciutta poesia, scegliendo tra Margherita (tra l’altro interpretata da Fiorella Mannoia e da Mina nel suo concerto d’addio alla Bussola) e Quando finisce un amore, tra Bella senz’anima e Poesia passando per Se stiamo insieme con cui vinse il Festival di Sanremo nel 1991.

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