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Cocktail francese: vecchie glorie e Ribery

Zizou ispira i tanti reduci del ’98. Henry unica punta, Trezeguet dimenticato

Paolo Stefanato

da Milano

Preoccupato?
«No, tranquillo, contento. Anzi: felice, per l’Italia. Anche se magari sarò un po’ più povero...».
Pierluigi Bernasconi è l’amministratore delegato di Media World, la più importante catena specializzata in elettronica di consumo ed elettrodomestici presente nel nostro Paese. Alcune settimane fa ha lanciato una campagna di forte effetto promettendo: se l’Italia vincerà i campionati del mondo il televisore ve lo regaliamo noi.
E se l’Italia vince, di quanto sarà più povero?
«Stiamo parlando di 10mila consumatori trepidanti con lo scontrino in mano... Sono prodotti di alto costo, tecnologie lcd e al plasma dai 32 pollici in su, sopra i mille euro ciascuno. Parliamo di non meno di 10-12 milioni di euro come monte premi...».
Non poco!
«Tutt’altro! Credo che sia la più grande promozione al pubblico mai realizzata in Italia. Almeno a mia memoria, e io ho 52 anni».
Più delle varie lotterie di Capodanno?
«Quelle sono lotterie. Io parlo di promozioni commerciali: nulla di queste dimensioni».
Vi eravate assicurati?
«Siamo coperti finanziariamente. Ho dei vincoli che mi impediscono di dire di più».
Media World è una multinazionale tedesca. La tv in regalo è un’iniziativa attuata solo in Italia oppure anche in altri Paesi?
«Solo in Italia. In altri Paesi sono state prese altre iniziative legate ai mondiali».
Per esempio?
«In Germania si è deciso di regalare un buono acquisto da 10 euro per ogni gol segnato dalla nazionale tedesca. Su tutti gli acquisti».
Ma lei domenica farà il tifo contro l’Italia?
«Scherza? Tiferò assolutamente Italia. E le dirò di più: sono contento che l’avversario sia la Francia, perché abbiamo un paio di conti in sospeso, la finale degli europei e l’eliminazione ai rigori dai mondiali del 1998».
Il risultato della promozione sarà positivo anche se dovrà pagare tutti quei televisori?
«Sicuramente. Intanto, pagheremo con buoni acquisto di pari valore, cosa che genera nuovi flussi di acquisto. Poi, l’operazione è stata possibile anche grazie al contributo delle grandi case internazionali produttrici di televisori. Il risultato sarà positivo anche in termini di notorietà del nostro marchio. Oggi, per esempio, due radio hanno ironizzato sul “mal di testa” del numero uno di Media World, che - dicevano - adesso sarà sicuramente licenziato!».
E lei teme di essere licenziato?
«Magari potrò essere licenziato perché non raggiungo i budget, ma non certo per questo. Del resto, prima del lancio di un’iniziativa di questa portata, se n’è parlato a lungo con gli azionisti».
Media World lo scorso anno ha fatturato in Italia 1.612 milioni al netto dell'Iva (sui 13 miliardi di fatturato dell'intero gruppo, presente in 12 Paesi europei) con una rete di 67 punti vendita. L’obiettivo è di raggiungere i 2 miliardi nel 2006.

Media World è nata nel 1978 in Germania (tuttora il primo mercato, segue l'Italia); non è quotata, ma è quotato in Borsa il colosso della distribuzione Metro, a cui dal 1986 appartiene il controllo della società, mentre quote di minoranza e la gestione sono ancora nelle mani di due dei tre fondatori, Stiefel e Kellerhalls.

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