Code negli uffici pubblici, Asl maglia nera

Quasi tutti gli intervistati hanno risposto che ci vogliono almeno venti minuti per arrivare davanti all’impiegato. Al secondo posto nella classifica c’è il ritiro della pensione alle Poste

Serena Coppetti

È quello che comunemente viene considerato «tempo buttato». Il tempo «perso» in coda con l’occhio che s’allena a diventare strabico tra le lancette dell’orologio e l’auto magari in tripla fila. Che sia per una raccomandata, un timbro dell’Asl o per inviare un pacco quel tempo è sicuramente sprecato. Il «pacco» più grosso di solito è quello che si prende a star lì cinque, dieci, quindici minuti che lievitano fino a superare i venti minuti buoni ritagliati - ahinoi - dall’unico tempo dal quale si può andare a rosicchiare: il tempo libero.
I dati. L’Istat ha calcolato che almeno una volta all’anno sette persone su dieci entrano in un ufficio postale, quasi la metà degli italiani ha bisogno - sempre almeno una volta all’anno - di rivolgersi agli sportelli della Asl e poco meno della metà agli uffici dell’anagrafe. L’occhio inesorabile della statistica fotografa quello che ciascuno di noi sa fin troppo bene: quasi la metà di coloro che si sono messi in fila agli uffici amministrativi delle Asl ha dichiarato di aver dovuto attendere più di venti minuti prima di approdare di fronte all’operatore. Molto meglio all’anagrafe: solo il 16 per cento ha dichiarato di avere atteso il proprio turno per oltre venti minuti.
Ma prenotare esami e pagare il ticket è il meno. L’Istat ha confermato - se mai ce ne fosse stato bisogno - che le attese allo sportello più lunghe riguardano gli utenti più anziani. Ovvero coloro che sono in maggiore difficoltà. Oltre la metà dei pensionati italiani ammette infatti che ogni mese deve mettere in conto questa manciata di tempo sprecato per entrare in possesso del loro assegno. Scendendo dal Nord al Sud la situazione va sensibilmente a peggiorare. Negli uffici postali da Roma in giù ritirare la pensione richiede una lunga attesa per due anziani su tre.
Ma l’attesa che sfora i venti minuti viene lamentata anche da coloro che vanno in posta per effettuare un versamento sul conto corrente. Quattro persone su dieci sanno quando entrano in posta ma non sanno dopo quanto tempo riusciranno a fare il versamento e a uscire. E questa è un’operazione che interessa più della metà degli utenti degli uffici postali. L’operazione più richiesta è invece l’invio delle raccomandate.

Comunque sia tirando la somma, il risultato quest’anno cambia. In peggio. Rispetto allo scorso anno c’è un aumento seppur leggero del popolo degli utenti che dichiara tempi di attesa superiori ai venti minuti per quasi tutti i servizi di sportello.

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