Codice della strada, il governo mette in pista regole più severe


Velocità eccessiva, telefonino incollato all’orecchio, passeggeri senza cinture: a 6 anni di distanza dall’introduzione della patente a punti il governo avvia un nuovo cambio di marcia sulla sicurezza stradale con con maggiori controlli, sanzioni più severe, esami più difficili per patente e rinnovi.
La riforma del codice della strada, annuncia il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino, partirà da settembre sotto la guida del ministero guidato da Altero Matteoli. A far scattare il campanello d’allarme, un rallentamento della curva di diminuzione degli incidenti e delle mortalità negli ultimi anni ma soprattutto una recrudescenza della mortalità legata alle due ruote, in particolare nei weekend: le vittime sulla strada del fine settimana sono arrivate a coprire il 40% del totale. Le novità sono molte e si cercherà la collaborazione di tutti i soggetti interessati: il limite di velocità «sarà discusso», spiega il sottosegretario, e nella discussione saranno «coinvolte le case automobilistiche», per quanto riguarda, ad esempio, il possibile inserimento a bordo di «scatole nere» che registrino tutto quello che accade alla guida: qualcosa di simile ai cronotachigrafi che «sui tir indicano le ore al volante». Questa innovazione, proposta dal ministro Matteoli, avrebbe un «effetto psicologico - a parere di Giachino - sull’automobilista: saprebbe che in caso di incidente tutto quello che ha fatto l’auto è registrato». Anche la segnaletica cambierà: di notte, nei punti, critici i cartelli stradali diverranno luminosi. Tolleranza zero per alcol o droghe al volante ma anche regole più stringenti per le minicar guidate dai minorenni senza bisogno di patente. Il governo accende i riflettori su velocità e abuso del telefonino alla guida, senza auricolare, che causa un pericoloso calo di attenzione. Anche in questo caso si cercherà la collaborazione della aziende per l’istallazione ad esempio «del viva voce» per evitare conversazioni al cellulare.
Diventeranno più severi anche gli esami della patente ma soprattutto la verifica dopo i corsi di formazione per il recupero di punti: «Bisogna capire se chi ha svolto il corso dopo aver perso per esempio venti punti ha capito che d’ora in poi dovrà guidare in modo diverso». E anche per il rinnovo sarà necessario un corso di formazione.
Occorre cambiare la mentalità, capire, spiega il sottosegretario, che «l'ebbrezza la dà la sicurezza, non la velocità». Un lavoro, rivendica, partito già con il pacchetto sicurezza, in cui sono state inserite norme più serve per chi guida sotto effetto dell’alcol o di sostanze stupefacenti: «I veicoli sequestrati sono stati già 800, abbiamo così evitato guai pesanti togliendo il mezzo a gente che ha assunto droghe», dice Giachino, che ha la delega alla sicurezza stradale e sarà il coordinatore del tavolo sulla revisione del codice. Ma accanto al «pacchetto», il governo, ricorda il responsabile della sicurezza stradale, ha firmato «un accordo con l'autotrasporto con il quale il governo dà 120 milioni di euro di contributi per il rinnovo dei tir», con l’acquisto di mezzi «euro 5 con cronotachigrafi che non possono essere manomessi».
Da settembre quindi, prenderà il via un’ analisi attenta per rendere più efficaci le regole della strada, da parte un pool di tecnici ed esperti tra cui l’ex ministro Pietro Lunardi, «padre» della patente a punti, Regioni (chiamate a elaborare i piani regionali sicurezza stradale) ed enti locali.
«Nonostante continui la flessione sia del numero degli incidenti che dei morti, assistiamo a un cambiamento del tipo di incidenti, legati soprattutto alla velocità eccessiva e alle due ruote», sottolinea Giachino. Dai 7.100 morti del 2001 si è passati a 5.500 nel 2007. Ma il gap rispetto all’ Europa resta alto: la congestione infrastrutturale costa all’Italia quasi il 2% del Pil, contro lo 0,9% della Ue. E 30 miliardi di euro è il costo annuale ulteriore dell’incidentalità per famiglie e Stato.
L’azione del ministero sarà incentrata sulla prevenzione e si estenderà anche alle case automobilistiche: «Dobbiamo spiegare che è inutile puntare sulla velocità per i nuovi modelli, quando a causa delle strade congestionate non si può correre.

Bisogna privilegiare invece le dotazioni di sicurezza». E soprattutto controlli, più numerosi e a sorpresa. Sono stati due milioni in media negli ultimi anni, ma non bastano. Già oggi, giornata di controlli a tappeto su tutte le strade.
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