Come cogliere le occasioni offerte dal mercato

Che il nostro per i pensionati Inps non sia più il paese di Bengodi lo sappiamo da tempo. E lo sarà sempre meno. Già oggi il 65 per cento della spesa sociale va in pensioni, contro una media europea del 45. Ogni 10 lavoratori c'erano, nel 1960, 3 pensionati; l'anno scorso ce n'erano 7 e fra 10 anni ce ne saranno 10. Un pensionato per ogni lavoratore: un pensionato che vivrà di rendita per vent'anni almeno (quasi 25 se è donna). E le prospettive sono rosee: una bambina di oggi su 4 vivrà per più di 90 anni. La spina è questa: se non comincerà subito a farsi una pensione, chi la manterrà? Di conseguenza ciascuno di noi deve pensare da sé al proprio futuro con una pensione integrativa, o un fondo pensione in cui trasferire la liquidazione, operazione che purtroppo in Italia è possibile solo da due anni. E che purtroppo non tutti hanno scelto di fare, nonostante la convenienza di un fondo pensione rispetto al Trattamento di fine rapporto sia evidente. Anche una recente ricerca condotta da Progetica (pubblicata il 9 febbraio da Corriere Economia) dimostra infatti che nel lungo termine, e un investimento previdenziale non può che essere di questo tipo, il Tfr ha sempre reso meno rispetto ai fondi. Per i fondi azionari questo è tanto più vero quanto più profonde e lunghe sono state le crisi che hanno consentito di acquisire quote a prezzi molto bassi.
Diciamo "purtroppo" perché uno dei due grandi alleati di un fondo pensione è il tempo, per ben tre motivi. Il primo: più presto si comincia, meglio si vivrà da pensionati. Secondo: è paradossalmente più importante la lunghezza del periodo di accumulo che la cifra che regolarmente viene investita. Terzo: l'investimento più redditizio è quello azionario, quello cioè che nel lunghissimo periodo (per esempio 30 anni che è il periodo "standard" per un accantonamento previdenziale) garantisce guadagni elevati.
Un altro punto fondamentale è la presenza nel proprio piano del lifecycle, ciclo di vita, un meccanismo che a mano a mano che si avvicina la scadenza del piano pensionistico, quindi negli ultimi anni, provvede gradualmente a consolidare il patrimonio trasformandolo da azionario in forme meno volatili per far sì che non soffra se alla scadenza i mercati fossero in un periodo di ribasso. La ricerca di Progetica ha confrontato il Tfr e i fondi pensione di un piano trentennale, con i mercati che si comportano come nella media storica, la differenza tra il rendimento del Tfr e l'investimento azionario supera l'85 per cento a favore di quest'ultimo. In caso di mercati in rialzo si sfiora il 220 per cento. Con i mercati che perdono la differenza è comunque del 13, sempre a favore dell'azionario, ma non è mai capitato che i mercati scendano o ristagnino per vent'anni consecutivi. Se dunque non possiamo riportare indietro le lancette dell'orologio per cominciare ieri a investire nei fondi pensione, possiamo però recuperare non lasciandoci sfuggire la crisi finanziaria che stiamo attraversando. Non è un paradosso vederla come la migliore alleata della nostra pensione. Se lasciate da parte per un momento i pregiudizi, converrete che oggi, grazie ai prezzi bassissimi del mercato, si possono comprare più quote con la stessa cifra che era necessaria per comprarne meno, per esempio, un anno fa. Poiché crisi così marcate (fortunatamente ma anche purtroppo) non scoppiano tanto spesso, e più il mercato scende più in alto rimbalzerà, perdere questo treno per molti futuri pensionati significa inevitabilmente rinunciare in prospettiva a una fetta di benessere. Ciò è tanto più vero con i prodotti previdenziali Mediolanum, che prevedono anche il "ciclo di vita".
D'altra parte stiamo parlando di investimenti a lunghissimo termine, trent'anni. Di conseguenza non ci si deve spaventare o preoccupare dell'andamento del proprio investimento giorno per giorno, e neppure anno per anno. Se ci siamo dati 30 anni per raggiungere un obiettivo, dobbiamo saper aspettare.

Ogni impresa importante è fatta di passi avanti e passi indietro, tre avanti e due indietro. Ciò che conta è che inevitabilmente i passi avanti saranno sempre più numerosi e lunghi di quelli indietro: è sempre successo così e sempre succederà.

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