Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica
RomaIl «cognato» smentisce tutti, anche se stesso. A che titolo Giancarlo Tulliani, «cognato» di Gianfranco Fini, abita al civico 14 di boulevard Princesse Charlotte, a Montecarlo? All’inizio della vicenda, gli avvocati del fratello di Elisabetta, Michele Giordano e Carlo Guglielmo Izzo, dissero che il loro assistito «versa regolarmente il canone indicato nel contratto». E l’8 agosto fu lo stesso Fini, nell’ultima delle sue «risposte», a ribadire di aver appreso da Elisabetta che «Giancarlo aveva in locazione l’appartamento». Tra i tanti misteri, dunque, quello della pigione non sembrava un giallo. E invece due giorni fa salta fuori sul Corriere della Sera un’indiscrezione che ha del clamoroso. Secondo la quale Giancarlo avrebbe confidato «ad amici e parenti» che «l’affitto di Montecarlo sarebbe una sorta di pagamento per l’intermediazione svolta per la vendita dell’immobile». La rivelazione del quotidiano di via Solferino, apparsa in edicola mercoledì, non è stata al momento smentita, né direttamente né indirettamente, dall’interessato. Di certo, a riconoscere un ruolo di «procacciatore-intermediario» a Tulliani nell’affaire immobiliare monegasco è stato lo stesso Fini: «Nel 2008 (...) Tulliani mi disse che, in base alle sue relazioni e conoscenze del settore immobiliare a Montecarlo, una società era interessata ad acquistare l’appartamento». Ma nessuno aveva fatto cenno al «premio» riconosciuto al «cognato» con la disponibilità dell’appartamento. Premio elargito da chi, poi? Da An, che grazie al provvido intervento del giovin Tulliani s’è sbarazzata d’una casa a Montecarlo a prezzo di saldo? Se è così, perché nessuno, da Fini in giù, ha mai fatto cenno a questo dettaglio? O dall’acquirente nascosto dietro Timara e Printemps? Un’altra cosetta che Fini e il «cognato» dovrebbero chiarire.
Di certo Giancarlo ed Elisabetta Tulliani un buon naso per il «real estate» devono averlo, a giudicare dal ricco portafogli immobiliare che possono vantare. A ficcare il naso nel catasto alla ricerca delle proprietà dei due è stato Dagospia, che ieri ha rivelato gli ultimi investimenti nel mattone dei «Tullianos», risalenti alla metà di luglio, praticamente alla vigilia della vicenda monegasca. Dagospia scrive e noi riportiamo, lasciando ai Tulliani, e all’illustre parente, la seccatura di svelare come si diventa palazzinari in una manciata di stagioni. Ecco allora che Dagospia si diverte a fare l’inventario, con tanto di carte e catasti. Copia e incolla. La protesi telematica di Roberto D’Agostino ironizza: «Dimenticate i Caltagirone, i Toti, i Ligresti. Lasciate perdere quei palazzinari rimpannucciati alla Ricucci o alla Danilo Coppola. Le vere stelle del mattone, alla faccia delle bolle immobiliari, sono loro, l’inarrestabile Tulliani Real Estate di Elisabetta&Giancarlo». Premesso, appunto, che l’area d’interesse del nuovo «impero del mattone» è la stessa («Sempre dalle parti della via Aurelia, dopo l’hotel Ergife, a uno schioppo dal raccordo anulare, direzione Fregene, in quella zona detta Val Cannuta»), Dagospia snocciola l’elenco.
La compagna di Fini «esordisce» nel campo immobiliare dodici anni fa, il 6 novembre 1998, comprando due appartamenti in via Conforti, poi unificati nel 2004, per un totale di undici vani. È l’inizio di un piano per conquistare il (5°) piano. Il 31 luglio del 2001, intanto, Betta quando acquista nello stesso edificio 4 garage e due soffitte. E ad aprile del 2009, acquistando l’interno accanto al suo doppio appartamento. Stesso pianerottolo: 4,5 vani, più altro garage e altra soffitta. E l’opera si completa il 14 luglio 2010: altri 4,5 vani, altro garage, altra soffitta. Stando alle informazioni di Dagospia, tanto varrebbe sostituire il pulsante dell’ascensore col nome della compagna di Fini. Meno ambizioso, all’inizio, Giancarlo.
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