Cogoleto e Varazze sprofondano nel fango

Cogoleto e Varazze sprofondano nel fango

L'ultimo a passare di lì prima dello sfacelo era stato uno spazzino che intorno alle sette, nel primo giro di ricognizione del mattino, era andato a svuotare i tre bidoni dell'umido proprio di fianco al letto del fiume Arrestra, a Cogoleto. Un paio d'ore più tardi i bidoni avrebbero percorso involontariamente almeno una cinquantina di metri in direzione mare, spinti dall'acqua del torrente che scorre lungo l'argine sottostante e che stava esondando, sfiancato dalle piogge torrenziali della notte. È tra le 8.30 e le 9.30 di ieri mattina che nel ponente genovese, a cavallo con la provincia di Savona, si è scatenato un pandemonio di pioggia, fango e frane. 66 millimetri di pioggia che, in poche ore, hanno messo in ginocchio l'intera provincia.
Nell'estremo ponente genovese i comuni più colpiti sono Cogoleto e Varazze, appena dopo il confine, in territorio savonese. Due i punti critici su Cogoleto: il primo nella zona del fiume Lerone, lungo la provinciale che dal comune conduce alla frazione di Lerca. Qui il livello del corso d'acqua è cresciuto nella notte fino a raggiungere livelli di guardia, mettendo in pericolo diverse case che affacciano proprio sul corso d'acqua. La strada che costeggia l'argine del fiume, a pochi metri dalla Stoppani e di fronte agli impianti di bonifica dell'ex stabilimento cogoletese, ha ceduto aprendo una voragine nel terreno dove in queste ore si riversano anche i liquami degli ex depositi di cromo, dritti verso il mare. La piena del torrente Arrestra ha travolto tutto. E ha rischiato di provocare una tragedia. Alcune persone, tra le quali una mamma con il figlioletto di tre anni, sono state trascinate via dalle onde. Solo l’intervento dei vigili del fuoco ha permesso di salvare i protagonisti di questi momenti di angoscia.
Ma non solo. Il nubifragio ha messo a dura prova anche gli altri due corsi d'acqua di Cogoleto, il torrente Rumaro di via Parenti, che ha riversato piante e detriti sull'Aurelia di ponente, e il fiume Arrestra, confine naturale tra i comuni di Cogoleto e Varazze. Qui la situazione più critica con il fiume che è uscito dagli argini in mattinata, divelto la strada che porta in località Molinetti, proprio dal campo sportivo di Cogoleto e alla zona industriale, con i capannoni e le rimesse degli autobus. La strada che costeggia il fiume, una lingua d'asfalto di quasi un chilometro e mezzo, è stata letteralmente risucchiata dal torrente, che si è portato via sette auto parcheggiate nella rimessa Atp, azienda di trasporto pubblico locale, ed un pullmino, quello che porta i bimbi delle elementari e delle medie comunali a scuola tutte le mattine.
Alle 3 del pomeriggio sul marciapiede lungo la strada non c'erano nemmeno più le piastrelle. Solo alberi e piante ammucchiate sulle ringhiere di protezione, le poche che hanno tenuto. Da aggiungere anche un tubo della fognatura spaccato, che ora scarica nel torrente, e la discarica che raccoglie i rifiuti Stoppani allagata, con comprensibili problemi ambientali. Per non parlare della pista ciclabile, nel tratto alla foce dell'Arrestra, interrotta da un crollo del muro di contenimento del fiume e che ora ricorda un trampolino nel vuoto.
Bilancio tragico anche a Varazze, sepolta sotto una valanga di fango per l'esondazione del Teiro. Paese allagato ma la situazione peggiore è quella della frazione di Casanova dove, alla furia del Teiro, si è aggiunta l'esondazione dei torrenti affluenti. Due le abitazioni crollate e un fiume di pietre e fanghiglia che ha sepolto la strada. In via nuova di Casanova, incrocio con via Emilio Vecchia, nel pieno di un costruitissimo quartiere residenziale, al civico uno, piano terra, i proprietari aiutati dagli amici spalano il fango dal salotto di casa.

«Siamo rovinati, è stato un inferno - spiega Benedetto Piccardo, che dorme al piano di sopra della casa allagata - Ci siamo svegliati intorno alle 6 preoccupati per le forti piogge. Abbiamo provato a tamponare la situazione ma le cose si sono messe male e non ci siamo riusciti. Ora è tutto da rifare».

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