Col «Cantiere del nuovo» una Beaubourg milanese

Raccoglierà tutte le attività della Provincia che riguardano il lavoro

Gianandrea Zagato

Per Filippo Penati è «il Beaubourg milanese». Definizione ambiziosa per quel cratere di vetro profondo trenta metri per accedere ai piani sotterranei e per quelle due enormi vele in acciaio bianco ricoperto di pannelli solari che, nel 2009, occuperà qualcosa come 71mila metri quadri tra le vie Soderini, Strozzi e D’Alviano.
Denominazione piuttosto ingombrante in quest’angolo di Milano che, per fortuna, il presidente della Provincia declina concretamente: «È lo spazio per le imprese e per i giovani, dove abbinando creatività e innovazione si concentrano diverse funzioni spalmate sul territorio». Come dire: «Un centro per il lavoro, dove si favorisce la formazione di qualità e l’accesso oltreché sintetizzare la collaborazione tra istituzioni, università e imprese». Polo dell’innovazione, quindi, che ospita tra l’altro gli uffici e i servizi provinciali per l’economia (oggi sono ospitati in viale Jenner, ndr) insieme ai centri di formazione professionale Bauer, Paullo e Vigorelli con tanto di aule e laboratori all’avanguardia.
Fotografia di una struttura del valore di cinquanta milioni di euro progettata dallo studio Dante Benini and partners di Milano, che ha vinto il concorso internazionale bandito dall’amministrazione di via Vivaio: «Intervento concepito su due corpi paralleli affacciati su una galleria e il cui cuore è lo spazio per le esposizioni costruito sotto un piano inclinato che si eleva da zero a sei metri, sorta di piazza pensile con giochi d’acqua e luoghi di relax» dettagliano gli architetti. E l’immagine non può che colpire, con sullo sfondo della nuova piazza, «quasi a costruire un sipario», l’affaccio del nuovo palazzo camerale dell’innovazione. Modello che Penati ha presentato ieri alla Triennale di Milano - presente il presidente Davide Rampello - sotto il titolo di «Cantiere del nuovo», che tra l’altro prevede la ristrutturazione e il restyling degli edifici attualmente esistenti accompagnati dalla realizzazione di nuove strutture. E mentre nel salone d’onore della Triennale e negli spazi adiacenti sino a domenica è possibile «guardare e sperimentare» questo Polo dell’innovazione - plastico, immagini e filosofia del progetto -, Penati mostra ai cronisti quell’accordo di programma stilato dalla Provincia con la Camera di commercio da cui è nata l’idea del Polo, quel nuovo palazzo camerale in cui concentrare una serie di servizi offerti attualmente da via Meravigli studiando però l’implementazione di nuovi servizi per le imprese. Ma ai cittadini il prossimo Polo offre anche diecimila metri quadrati di parco storico, altrettanti di spazi a verde con percorsi d’acqua, palestra, caffetteria, ristorante e una biblioteca: beni pubblici messi a disposizione del quartiere che, in verità, già critica l’impatto di quest’opera architettonica. «Incontrerò uno per uno i cittadini per trovare con loro soluzioni migliori perché questa realizzazione possa inserirsi nella maniera più condivisa possibile». Promessa di chi ha l’obiettivo di «far divenire quel Polo un punto di eccellenza per tutta l’area metropolitana» ma pure di «dare importanza a una zona della città oggi poco valorizzata nonostante la vicina con il centro».

E, attenzione, facendo di quei settantunmila metri quadri un modello per l’uso di materiali, tecnologie e inquinamento ridotto: infatti, nell’ex area del centro di formazione professionale di via Soderini si risparmierà energia e si produrrà calore naturale.

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