Coldiretti-Unci: le coop per il made in Italy

Edison fa fronte alla crisi che taglia i consumi di elettricità e gas con un utile in aumento del 19,6% a 122 milioni (grazie soprattutto a motivi fiscali) e un margine operativo lordo sostanzialmente stabile al netto delle partite straordinarie (ma di fatto in calo), mentre il fatturato registra una flessione del 6,6% a 4,59 miliardi. E il risultato semestrale permette all’ad Umberto Quadrino di dichiarare nell’incontro con gli analisti che il 2009 dovrebbe chiudersi in linea con il 2008, anche se non si prevede una ripresa della domanda di elettricità e gas. Ma intanto si delinea sempre più chiaramente la «mission» del gruppo di Foro Buonaparte, che dovrà concentrarsi sul gas e sulla produzione di elettricità da centrali convenzionali, escludendo, almeno per un prevedibile futuro, l’ingresso nel nucleare.
La società ha giocato il primo semestre puntando soprattutto sulle vendite ai clienti finali, più redditizie, e sull’importazione diretta del gas dall’Algeria, che ha permesso margini più alti. In questo modo ha contrastato il calo della domanda e l’andamento della Borsa elettrica. E se nell’elettricità il piano industriale prevede che venga mantenuta l’attuale quota di mercato, adeguando l’offerta alla sperata ripresa della domanda, è nel gas che Quadrino sta giocando la partita più importante. Il gasdotto Igi, che collegherà l’Italia con i giacimenti del Caspio, ha il pieno appoggio del governo di Atene, per il Galsi (che porterà il metano algerino in Sardegna e Toscana) l’ad di Edison ha ancora ricevuto rassicurazioni dal ministro di Algeri presente pochi giorni fa a Milano per l’incontro con i Paesi del Nord Africa, mentre il rigassificatore di Rovigo dovrebbe ricevere a breve le prime forniture. Senza contare il ritorno nei giacimenti di Abu-Qir, che farà compiere a Edison un salto nella capacità di approvvigionamento, ma che ha contribuito a far lievitare l’indebitamento a 4,3 miliardi, contro i 2,9 di fine 2008. E non a caso Quadrino ha confermato che sono in corso trattative per cedere una quota tra il 25 e il 40% del giacimento. In corsa ci sarebbero tre gruppi.
Questo attivismo nel gas è l’altra faccia dell’accordo Enel-Edf nel nucleare. L’intesa per la costruzione in Italia di quattro centrali a tecnologia francese Epr prevede infatti che il gruppo guidato da Fulvio Conti abbia «la partecipazione di maggioranza nella proprietà degli impianti e nel ritiro di energia», oltre alla «leadership» nell’esercizio delle centrali. Se Edison, in cui Edf detiene direttamente e attraverso Transalpina quasi il 50% del capitale, entrasse nel nucleare italiano, creerebbe uno squilibrio a favore dei francesi. Così, stando a quanto risulta al Giornale, per il momento Foro Buonaparte resterà fuori dai giochi delle centrali atomiche, ma avrà un ruolo molto importante nella strategia francese del gas, confermato tra l’altro dal ritorno nei giacimenti egiziani che erano stati abbandonati solo pochi anni fa per far fronte ai debiti.
Ma la scelta di tener fuori Edison dal nucleare ha avuto un’altra ricaduta: lo scontro con l’azionista A2A, che vedeva in Edison il passaporto per il nucleare e che non è interessato ai giacimenti egiziani, che da soli hanno visto l’impegno di un miliardo di euro.

E questo spiega le voci ricorrenti di un possibile divorzio tra A2A ed Edf: entrambi gli azionisti hanno investito ingenti risorse nell’avventura Edison, ma oggi gli obiettivi della gestione divergono. Giuliano Zuccoli (A2A) e Pierre Gadonneix (Edf) non possono non tenerne conto.

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