Colf e badanti, che cosa fare dopo la sanatoria

Da oggi colf e badanti clandestine dovranno tenere gli occhi aperti. Se scoperte, verranno espulse dopo aver pagato una multa dai 5 ai 10mila euro. Chi persevera e rimane in Italia potrebbe essere arrestata e rischia da uno a quattro anni di carcere. Anche per i datori di lavoro sono rogne. Chi si tiene in casa una badante clandestina può venire denunciato per «utilizzo del lavoro nero», un reato punito con la reclusione dai sei mesi ai tre anni e multa di 5mila euro. Inoltre, l’Inps potrebbe reclamare sanzioni contributive salatissime per il dipendente irregolare.
Questo scenario rappresenta l’altra faccia - quella dura - del condono per i lavoratori domestici irregolari. Finito a mezzanotte di ieri. E ora si fa la conta finale. Le richieste di sanatoria sfiorano quota 300 mila, circa 176mila per le domestiche e 110 mila per le badanti. Ma qualcuno considera la sanatoria «il grande flop». Una definizione che irrita i tecnici dell’Interno. Nella relazione tecnica preventiva sul condono, la cifra stimata era di 300 mila richieste di sanatoria: esattamente il numero delle domande raccolte via telematica a settembre.
E lo stesso Maroni conferma: «Si sono fatte stime a casaccio, chi ha parlato di 500mila, 700mila, o un milione di domande ma la norma è stata fatta per fare emergere il lavoro nero di colf e badanti e basarsi sulle stime fatte per dire che è stato un flop è sbagliato». Gli fa eco il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi che precisa: «Nel 2002 sono state regolarizzate 300mila tra colf e badanti. Con questa sanatoria altre 300mila. Con i decreti-flussi, tra il 2002 e il 2008, entrarono altre 300mila fra colf e badanti, che erano in gran parte già in Italia senza permesso di soggiorno. Si tratta di circa 900mila persone, pari all’1,5% della popolazione italiana».
Insomma, critiche a parte, la sanatoria sembra aver portato i suoi frutti. Non solo per i 150 milioni di euro versati per sanare e i contributi che da ora saranno versati. Ma anche perché da oggi gli ex irregolari che girano per le strade con la ricevuta della sanatoria in tasca possono tenere la testa alta. La loro clandestinità è congelata fino alla fine della procedura. È già partito l’iter per la vera e propria regolarizzazione. «Le domande accolte confluiranno agli sportelli unici dove inizia la procedura con la richiesta del parere alle questure» precisa il vice prefetto Daniela Parisi. Subito dopo le parti verranno convocate per la verifica della documentazione. I tempi? Milano e Roma dovranno aspettare al massimo un anno. I centri minori solo qualche mese. Durante questo periodo, però, il clandestino diventa «regolarmente soggiornante».
I giochi, dunque, sono chiusi. Anche se l’Adoc, l’associazione per la difesa dei consumatori, che ritiene lavorino un milione di clandestini nelle famiglie italiane, definisce insufficiente il numero di richieste di regolarizzazione arrivate al Viminale e chiede una proroga della sanatoria. Un'altra associazione, la Dhuumcatu, ha presentato al Tar la richiesta di annullamento del provvedimento dato che stabilisce la procedura telematica come modalità esclusiva per la regolarizzazione di colf e badanti. A oggi, però, di riapertura del condono non se ne parla. Maroni l’ha escluso categoricamente. «Chi non ha usufruito della norma per la regolarizzazione ha deciso di continuare nel lavoro irregolare e sarà soggetto a sanzioni previste dalla legge» ha dichiarato il ministro che si ritiene soddisfatto.
Ecco i numeri nel dettaglio. Dall’1 al 30 settembre alle 18, sono state 286 mila le domande trasmesse on-line.

I moduli richiesti riguardano soprattutto lavoratori ucraini (43mila), marocchini (41mila), moldavi (30mila) e cinesi (23mila). Le domande più numerose provengono dalla provincia di Milano con oltre 52mila moduli scaricati, seguita da Roma con oltre 39mila. A essere richieste sono soprattutto colf (174mila) seguite dalle badanti (110mila).

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