MilanoAltro che provocazione, la colletta per ricomprare la casa di Montecarlo ha fatto breccia nelle tasche - e a quanto pare anche nel cuore - di tanta gente. Parlamentari certo, ma anche vecchi militanti, che hanno dato 50 o 100 euro. Manca solo lultimo sforzo, 50mila euro, e Mirabello - sede della festa dei finiani - è il posto giusto per provarci.
Ne è convinto Massimo Corsaro, deputato del Pdl, e da come lo spiega si capisce che non cerca lincidente. «No, non è una provocazione, perciò ho chiesto agli organizzatori il permesso di mettermi lì con un gazebo, tutto regolare. E chiedo proprio ai finiani in buonafede di darci una mano. Non centra la polemica, centra la nostra storia».
Sì, ha molto a che fare con la memoria e lidentità della destra liniziativa che una decina di parlamentari pdl provenienti da An ha lanciato meno di un mese fa: la sottoscrizione per ricomprare quella casa del Principato che il partito ricevette in eredità da una nobildonna e che fu poi svenduta a una società off shore, per finire a un inquilino tutto speciale: il «cognato» del presidente della Camera Gianfranco Fini.
La colletta ha sfondato, in meno di un mese sono arrivate centinaia di adesioni. È sorpreso anche lui, il promotore. Quello di Corsaro è un nome storico della destra milanese. Militante da sempre, partito da consigliere di circoscrizione negli anni Ottanta, passato poi in Comune, in Regione, ed è arrivato a fare il relatore alla Finanziaria. «Nella nostra storia - spiega - cè una matrice comune, a noi e a chi oggi sta con Fini. Questa matrice comune sono anche i lutti, il dolore dei ragazzi che sono morti con noi, quando facevamo politica e non sapevamo se saremmo tornati a casa la sera, altro che Parlamento e governo. Una storia che ci è costata tanto. Abbiamo deciso di voltare pagina, tutti daccordo su proposta di Fini. Di porre fine a quel partito ma di conservarne la storia e il patrimonio, documentale oltre che materiale, in una fondazione che lo conservasse vivo anche dentro la nuova storia che è il Pdl. Scoprire che intanto accadeva questa cosa che oggi ha bisogno di chiarimenti...».
È questo che gli ex An non perdonano a Fini: «Io credo che dovrebbe dimettersi - riflette Corsaro - non per la casa ma perché non si vuole riconoscere più nel suo partito. Lui insegnava che chi non cambia idea è uno scemo. Sarò scemo, ma su immigrazione, sicurezza, bioetica e famiglia io non cambio idea, credo dessere coerente. Eppure questa vicenda della casa è più importante anche degli incarichi prestigiosi, perché chi aveva la massima responsabilità nel conservare quel patrimonio deve chiarire se ha fatto il possibile».
Dunque Mirabello: «Se saranno daccordo - conclude Corsaro - andremo lì per trovare gli ultimi 50mila euro.
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