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Colmegna: case ai rom o si andrà per vie legali

Adesso don Virginio Colmegna minaccia di passare alle vie legali. Il direttore della Casa della carità detta l’aut aut al prefetto Gian Valerio Lombardi e al ministro dell’Interno Roberto Maroni, che hanno deciso con il sindaco di trovare soluzioni alternative alle case popolari (11 già assegnate al terzo settore) per le 25 famiglie rom che verranno sgomberate dal Triboniano. Ma Colmegna ha fretta e a 10 giorni dal vertice in prefettura denuncia che tutto il piano per il superamento dei campi è bloccato. Non escludendo di ricorrere alle vie legali per tutelare contratti già firmati. L’associazione riferisce che «non solo sono state congelate le assegnazioni degli 11 alloggi per i quali erano già stati sottoscritti regolari contratti (solo una famiglia ha ottenuto le chiavi) » ma «si sono arenati anche i programmi per il rientro in Romania di 5 famiglie e per la sistemazione di sei nuclei in alloggi trovati sul mercato». Ora «almeno 30-40 famiglie ci telefonano ogni giorno per capire come muoversi e non sappiamo cosa dire perchè il Comune non è disponibile a sedersi al tavolo per chiudere i progetti del piano Maroni». Ma avverte: «Se la nuova linea è niente case ai rom, le istituzioni ci convochino e motivino formalmente il divieto, in questo caso non potremmo che tutelare anche per le vie legali degli interessi di chi ha firmato accordi». La Lega non si fa dettare i tempi da Colmegna. «Non è più accettabile che continui a gettare benzina sul fuoco con polemiche strumentali - dichiara il segretario provinciale Igor Iezzi -. Il dubbio è che dietro i suoi continui allarmi ci sia la volontà politica di mandare a monte tutto. Pensi a gestire i campi, compito per cui viene pagato, e con risultati migliori.

O è il caso di accelerare il passaggio della gestione alla Croce Rossa come avviene a Roma». Ieri monsignor Erminio De Scalzi, delegato dall’arcivescovo Tettamanzi, ha promosso un confronto tra i gestori dei campi invitando le istituzioni a «non scaricare alla Chiesa l’onere di trovare soluzioni».

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