Sono passati più di trentanni da quel lontano 1974, anno in cui Pasolini parlava profeticamente della forma artistica del paesaggio, ormai danneggiato da quei «corpi estranei che disturbano la perfezione della natura e della città». Ispirati da questa testimonianza storica deccezione, ai giorni nostri rimasta purtroppo inascoltata, ecco che il FAI - Fondo per lAmbiente Italiano - in collaborazione con Intesa Sanpaolo, dà il via alla quarta edizione del censimento nazionale de «I Luoghi del Cuore».
Limperativo diventa, avvertono Giulia Crespi, presidente del Fai e Marco Magnifico, direttore generale culturale Fai quello di segnalare i luoghi che in seguito ad interventi aggressivi e squilibrati delluomo, ora fanno solo male al cuore. Il significato del censimento è racchiuso in unazione educativa: reagire contro lassuefazione al brutto e, memori del monito di Pasolini, avere il coraggio di guardare la nostra città con occhi diversi, senza farsi sopraffare dalla miopia di un lassismo troppo diffuso.
Tra gazebi improvvisati nei centri storici, scritte sui muri e monumenti, manifesti e parcheggi abusivi, antenne televisive e insegne pubblicitarie, Milano è diventata una città sfigurata. Un esempio? «Le Colonne di san Lorenzo - incalza Vittorio Sgarbi - con quellaccrocchio di illuminazioni di diversa natura, sono un ritratto vergognoso dellArcadia violata che è oggi lItalia».
Insomma a Milano i troppi semafori, le ingombranti campane dei rifiuti, i pali della luce in esubero e i cartelli appoggiati a transenne instabili, non fanno altro che devastare scenari e angoli darte come il vicolo della Pusterla o il Tempio Civico di san Sebastiano. E allora «sosteniamo il FAI - interviene Corrado Passera - perché è un esempio di sensibilizzazione concreta e ci fa capire che si può reagire al distacco e allindifferenza, senza dimenticare che larmonia tra beni culturali e ambientali, porta alla crescita economica del nostro Paese».
Questanno la quarta edizione del censimento del FAI, invita tutti coloro che amano il nostro patrimonio artistico, culturale e architettonico, a votare il proprio luogo del cuore, o meglio, il luogo che oramai fa orrore al cuore.
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