Elsa Airoldi
da Torino
Loro, Gigi Cristoforetti direttore artistico dellintelligente rassegna Torinodanza, Giorgio Barberio Corsetti regista, Edoardo Albinati drammaturgo e Fatou Traoré coreografa belga che arriva dal Mali, hanno una bellissima idea. Gli assiomi sono coerenti, le stature professionali eccellenti. Nel progetto de Il colore bianco affascina la partenza dallantica mitologia nordica, i canti dellEdda raccolti tra il 1100 e il 1200 dallo storiografo islandese Snorri Sturluson.
I materiali sono mitici, eroici, gnomici. Includono il vaticinio della veggente, cosmogonia rappresentativa della creazione, distruzione e resurrezione del mondo secondo la tematica del Crepuscolo degli dei. Le massime dellEccelso, saggio di poesia sapienziale. Propongono il personaggio di Odino, il Wotan della Scandinavia, il dio dei Vichinghi guerrieri che soppianta la divinità più remota del mondo contadino. Quello della sua sposa Frigg e dei suoi figli Baldr e Thor. Destinato alla morte il primo, giovane e bello, affidato alla protezione delluniverso ma non dellumile ramoscello di vischio che lo ucciderà. Eroe il secondo che si avvale del potere magico del martello Mjöllnir. La drammaturgia ingloba gli spunti, coglie il senso del caos che contrappone dei e giganti. Tenta la diversificazione tra momenti alti e grotteschi.
Lo spettacolo vorrebbe anche riscattare quella poesia arcaica dalle interpretazioni romantiche. Far piazza pulita di Wagner e dellequivoco mistico della sua trasposizione per il teatro in musica. Ma Borges, altrimenti attratto, passa senza fermarsi. Vorrebbe dimostrare la possibilità dinterazione tra musica, danza, circo e prosa. Vorrebbe proiettare quegli eventi remoti sullinquietudine delloggi. Creare una cerniera capace di conferire alla storia del mondo e dei nostri destini un senso ciclico e plausibile. Non ci riesce. La musica, affidata a un continuum elettronico, non cè. La danza brilla lespace dun matin. La parte circense è scontata. La prosa tanto volgare da essere persino alla moda. Lo spazio alternativo dello chapiteaux costruito nel parco della Tesoriera resta lunica realtà valida assieme allululare fuori campo dei lupi, almeno loro bianchi, che consegnano gadget agli spettatori in attesa.
Persino il titolo infatti non ha senso. Lunico colore bianco, nelloscurità pressoché totale, è laccenno di nevicata sui corpi senza vita (ma i nuovi nati sono già al nastro di partenza nella proiezione di sfondo) della sezione Crepuscolo degli dei.
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