Paola Bulbarelli
da Milano
È tutta una questione di musica. La musica che penetra nella vita di tutti e ne influenza anche le scelte. La musica che si fa passione e che, soprattutto per i giovani, rappresenta un punto fondamentale dellesistenza. Centra la musica con la moda? Eccome. È come se si infilasse nei pantaloni, nelle giacche, nelle maglie. È come se ne fosse parte integrante: una da vita allaltra e viceversa, una linfa che le attraversa entrambe. Da Emporio Armani la musica diventa colore e il colore si trasforma in una linea, in un abito. Il gusto è quello inglese perché ora sta lì la contemporaneità. Londra e la sua scena musicale dai Coldplay ai Franz Ferdinand ai The Bravery (anche presenti alla sfilata), i nuovi gruppi che vanno per la maggiore, le nuove band che si rifanno alla new wave inglese dei primi anni Ottanta, fanno scuola e impongono diverse scelte stilistiche. Perché questi protagonisti della scena musicale, vestono bene, hanno un gusto raffinato che a loro volta, hanno assorbito da personaggi come David Bowie e dai Beatles. Armani in pratica, incontra a metà strada il rock inglese più innovativo e lo fa suo, lo interpreta dandogli una connotazione inconfondibile e un carattere personale. E riesce a plasmare il mood che deriva dalle più classiche sartorie inglesi. Il colpo perfetto sta nellaver abbinato al grigio e al nero, le tinte per eccellenza, il colore.
Cè il verde e il viola, il marrone, il blu. Cè questo nuovo modo di portare le giacche: quelle gessate hanno sotto camicie fantasia pure slacciate, le altre spesso dei maglioncini leggeri e delle piccole sciarpe di velluto. Quasi sempre spunta la pochette dal taschino. Elegante e giovane. Che per la sera sceglie giacche perfette e jeans neri e che ama avere accanto una ragazza super chic. «Sono i nuovi giovani, sono quelli che di giorno vestono con i jeans sbrindellati e poi si trasformano. Il primo abito che posseggono, e vogliono, è lo smoking», dice un maestro sarto come Mario Caraceni. A qualsiasi età, oggi amano essere curati, mai trasandati. Rasentano il lusso in ogni sua forma.
Si passa dalla giacca-abito Eighteen-Fifty di Luciano Barbera, un oggetto unico realizzato in 18 ore e 50 minuti (il segreto sta nella lavorazione «a velo» mai realizzata in serie ma solo nelle antiche sartorie) al Baby cashmere di Loro Piana per maglie e giacche che dire esclusive è dire poco. Basti pensare che per un maglione serve il sottovello di 19 caprette Hyrcus (devono avere tra i 3 e i 12 mesi) mentre per un cappotto se ne usano 60. I 2/3 della produzione mondiale di «baby cachemire» sono di Loro Piana che si è pure accaparrato un gregge di pecore nere che produrrà lana in tre gradazioni di colore. È invece assolutamente bianco Laura il cashmere di Laura Biagiotti, una tonalità speciale che finisce anche nelle giacche e nei cappotti, nei pantaloni e nei lunghi cardigan annodati in vita dalla cintura da vero zar.
Altrettanto preziosa è la giacca della Belstaff della Ergonomic Leather Collection che garantisce eccezionali caratteristiche di protettività e comfort le stesse proprietà che ritroviamo nelle scarpe di Santoni prodotte per la Amg Mercedes ma anche negli stivali di coccodrillo da 6900 euro.
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