Il Colosseo perde pezzi: 23 milioni per salvarlo

Il simbolo di Roma dà segni di cedimento: sono caduti tre frammenti di malta dalla galleria dell’ambulacro centrale. Nessuna vittima, ma solo perché era l’alba. Il crollo potrebbe accelerare l’inizio dei restauri. In parte pagati da sponsor. "L'anfiteatro è malato per l'età"

Il Colosseo perde pezzi: 23 milioni per salvarlo

Roma - «Finché esisterà il Colosseo, esisterà Roma. Quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma. Ma quando cadrà Roma, anche il mondo cadrà». A giudicare da questa datata profezia, è caduto un pezzettino di mondo ieri mattina, attorno alle 6, quando sono venuti giù dalla galleria dell’ambulacro centrale nel primo ordine dell’Anfiteatro Flavio, sul lato di Colle Oppio, tre frammenti di malta.

L’orario antelucano ha impedito che la caduta potesse avere conseguenze tragiche. La caduta è avvenuta infatti in una zona in cui attualmente è ospitata una mostra. I frammenti, la cui caduta è stata solo ammortizzata dalle reti di protezione montate tra gli anni Settanta e Ottanta, sono stati trovati in terra. Il Colosseo è visitato ogni giorno da centinaia di persone, che la domenica diventano diverse migliaia. Il Colosseo è infatti il monumento più visitato d’Italia e uno dei più frequentati del mondo: sono quattro milioni ogni anno le persone che si aggirano per i suoi marmi onusti di gloria e di acciacchi.

Le cause del cedimento, fa sapere la Soprintendenza archeologica di Roma, sono «variazioni termoigrometriche». La superficie interessata dal cedimento, pari a meno di un metro quadro, è in attesa di un restauro già programmato ma per il quale devono ancora essere esperite le pratiche di appalto. E chissà che la caduta di ieri non abbia almeno l’effetto positivo di accelerare le procedure per il make-up del monumento simbolo di Roma. Ieri intanto il personale della Soprintendenza ha eseguito controlli immediati sull’area del cedimento e su tutte le zone considerate a rischio, ai quali seguiranno oggi accertamenti più estesi. La zona dove sono caduti i frammenti di malta è stata transennata e il Colosseo non è stato chiuso alle visite.

Il piano di restauro messo a punto dal commissario delegato della Soprintendenza Roberto Cecchi prevede una spesa complessiva di 23 milioni di euro che dovrebbero essere per buona parte finanziati da sponsor privati. Quattro interventi sono invece già in corso, su aree che sin dal prossimo mese di agosto potrebbero essere visitabili: il perimetro dell’arena (390mila euro), il terzo ordine (480mila euro), l’attico (400mila euro) e gli ipogei (500mila euro).

Finanziati e in attesa della chiusura della gara altri quattro interventi di consolidamento e restauro: l’adeguamento degli ingressi (120mila euro), il restauro dell’ambulacro esterno del primo ordine (240mila), la zona mostre al secondo ordine (400mila) e l’ultimo sulla parte esterna che affaccia su via Labicana (180mila).

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