Non ha dubbi Gianni Nigro, segretario di Roma e del Lazio della Cgil Fp Funzione pubblica e sanità: «Il Regina Elena? - dice - non era difficile prevedere che con la fame di case che cè a Roma, uno stabile abbandonato di quelle dimensioni venisse occupato. Quindi le responsabilità della Sapienza, che ha lex nosocomio in comodato duso, sono evidenti».
Nessun addebito alla Regione Lazio?
«La Regione non centra nulla, le colpe sono tutte dellUniversità. È evidente che ora si farà fatica a liberare il Regina Elena, bisognerà per forza trovare una sistemazione a tutta questa gente».
E le strumentazioni andate in malora? Chi ne risponde?
«È un bel patrimonio, certo. Tutto lasciato in stato di abbandono. Non ho problemi a dire che sicuramente ci sono responsabilità notevoli, evidentemente a qualcuno non importava granché di che fine facessero le apparecchiature e gli arredi».
In ballo ci sono anche i soldi stanziati per la ristrutturazione. Spese di progettazione, ritardi, soldi bloccati. Chi ne risponde?
«Purtroppo nessuno in questi casi, ma ci sono responsabilità patrimoniali evidenti anche qui. Hanno provato a dire che la progettazione faceva capo al Policlinico, ma il Policlinico a chi risponde? Sempre allUniversità, no? È talmente vero che da oltre un anno la Regione aspetta che la Sapienza si decida a firmare il protocollo dintesa sui lavori di ristrutturazione».
Senza la firma del rettore i lavori non possono iniziare liter?
«Lo prevede la legge».
Magari anche Marrazzo se la prende comoda.
«Marrazzo subisce la situazione. E ora ha perso la pazienza. Tanto è vero che in uno dei punti dellultimo piano presentati al tavolo governativo ha scritto che passerà allo Stato tutta la pratica dei lavori al Policlinico».
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