Economia

Colpo Fiat: compra Bertone e punta 150 milioni

Per Fiat il colpo dell’estate si chiama Bertone. Sfumata l’opzione Opel (favorito per l’acquisizione sarebbe ora il fondo Rhj che, però, agirebbe da portage: dopo tre-quattro anni restituirebbe infatti l’azienda risanata alla General Motors), il Lingotto ha chiuso velocemente l’operazione Bertone, precisando che l’iniezione triennale prevista di 150 milioni «sarà aggiuntiva rispetto al piano industriale per l’Italia» e, quindi, «non andrà a deprimere gli investimenti negli altri siti produttivi nazionali». È di ieri la decisione del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, di autorizzare i commissari della Bertone a cedere l’azienda al Lingotto sulla base del piano di rilancio valutato dai commissari stessi e approvato dal comitato di sorveglianza.
«L’offerta della Fiat - ha sottolineato il ministero in una nota - prevede un importo economico superiore alle altre proposte (il gruppo Keplero e l’imprenditore Gian Mario Rossignolo, ndr) e una prospettiva industriale a lungo termine». «La cessione alla Fiat - ha aggiunto Scajola - consente di garantire il futuro di uno stabilimento storico dell’industria piemontese. Il piano prevede, infatti, il riassorbimento di tutti i 1.137 dipendenti, che verranno gradualmente reinseriti nelle loro mansioni, e l’integrazione con la Chrysler per la produzione in Italia di alcuni modelli della casa americana» (si parla, in proposito, di una vettura sportiva: cabrio-spider).
In attesa di conoscere come Sergio Marchionne utilizzerà gli impianti di Grugliasco, alle porte di Torino, istituzioni e sindacati hanno commentato positivamente la conclusione del salvataggio della Bertone. «Oltre a tutelare i lavoratori - ha affermato la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso - l’operazione fuga ogni incertezza circa il destino della qualificazione produttiva della Carrozzeria, che rimane patrimonio del nostro territorio e potrà servire a espandere il made in Italy sul mercato americano».
«La cessione alla Fiat è sicuramente una decisione utile per i dipendenti, che vedono così aprirsi un futuro, ma attendiamo ovviamente di conoscere il piano industriale e i tempi della ripresa delle attività», ha osservato la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso. La stessa dirigente sindacale non nasconde però «le perplessità sulla scelta del gruppo Fiat che, dall’altra parte, ha stabilimenti senza missioni produttive». Fiore all’occhiello della Bertone resta sempre il nuovo impianto di verniciatura «Green 2000», più nuovo e moderno rispetto a quelli di Mirafiori e della Pininfarina, che può contare su soluzioni all’avanguardia anche in campo ambientale. Vero è, comunque, che la Bertone passa di mano dopo quasi 100 anni di onorata carriera. L’azienda, da sempre considerata una delle più titolate nel settore delle carrozzerie, ha collaborato nel tempo con le più grandi case automobilistiche mondiali, e alcune tra le più belle e prestigiose auto prodotte portano la sua firma.
Standard & Poor’s, infine, ha confermato il merito di credito di Fiat a BB+/B con outlook negativo. Torino, secondo l’agenzia, «continuerà a fare sufficienti progressi nel migliorare la propria liquidità fino al livello commisurato con il suo rating».

L’outlook negativo si giustifica, invece, con il persistere di fattori negativi che potrebbero portare a un abbassamento del rating, come il mercato che rimane molto problematico.

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