Tre questioni da risolvere per trovare il successore di Alessandro Profumo. Convincere il potente azionista Fabrizio Palenzona che Andrea Orcel (superboss di Merrill Lynch-Bank Of America) non è così legato allaltro uomo forte della partita, il veronese Paolo Biasi. Fare in fretta: Banca dItalia (...)
(...) e mercati potrebbero pure tollerare uno stand by di un paio di settimane, ma non di più. E infine, limitare la diaspora dei manager interni: insomma, tenere il più compatta possibile la squadra dei quattro vice amministratori delegati, che sa come manovrare il complicato motore della banca. Orcel è decisamente un fuoriclasse: non cè grande fusione bancaria al mondo che non lo abbia visto attore principale. Conosce Unicredit sin dalla sua nascita. Il primo contatto lo ebbe con la Cassa di Risparmio di Verona e il suo direttore generale Massimiliano Naef (la cui figlia ritroviamo in Merrill Lynch) e poi via via fino ad arrivare a Biasi, il numero uno della Fondazione scaligera. Segue la fusione delle Casse di Risparmio con il vecchio Credito Italiano, di cui è grande regista, e i rapporti intensi con Profumo e con molti ex Merrill Lynch che si trovano in Unicredit (da Edoardo Spezzotti che lo introdusse a Profumo e che oggi si occupa di Unicredit in Usa, a Sergio Ermotti, uno dei quattro vice-ad). Insomma Orcel è di casa a Piazza Cordusio. Tanto di casa che ha due piccoli nei, agli occhi di alcuni azionisti.
Il primo è chiaramente rappresentato dal fattore continuità con la passata gestione: le grandi operazioni sono state pensate da Profumo essenzialmente proprio con Orcel, anche bypassando soci e manager interni. E il secondo è quella piccola gelosia che si potrebbe creare tra i due dominus delle Fondazioni di Unicredit: insomma, i rapporti potrebbero sembrare sbilanciati verso il cote veronese. La questione sostanziale in queste ore, però, sta facendo superare queste piccole ed eventuali gelosie: le Fondazioni non hanno alcuna intenzione di mostrarsi divise. Le frecciate di Cesare Geronzi alla loro scarsa accountability, lanciate in questi giorni, le hanno portate a compattarsi. Una fonte molto vicina alle trattative ha confessato al Giornale: «Non è detto che alla fine Orcel ce la faccia.
Ma una cosa è sicura: chiunque sarà il sostituto di Profumo verrà scelto dalle Fondazioni in modo unitario, monolitico. E così dovrà apparire alluniverso mondo. Il rischio delle intromissioni della politica in senso lato oggi rischiano di essere pesanti. I Palazzi non fanno i ceo, ma li possono bruciare».
I quattro vice di Profumo sono in attesa. Il loro ruolo è destinato certamente a cambiare: ma è evidente che ciò avverrà in funzione della scelta dellamministratore.
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