Com’è dolce quella cattiva ragazza

Finalmente una «bad girl» non volgare, non banale. E anche un po’ filosofa

Di romanzi su brave ragazze che vanno in paradiso - e su cattive che invece vanno dappertutto - traboccano i banchi delle librerie. Li si riconosce dalle copertine sciocche, dai titoli a doppio senso pornografico, dai contenuti standard che cercano di fare l’occhiolino ai bassifondi dell’anima. Così, incontrando l’avvertenza «sconsigliato alle brave bambine» che Danielle Wood ha voluto porre in epigrafe al suo Le dodici perle di saggezza di Rosie Little (Alet, pagg. 232, euro 13, traduzione di Beatrice Masini) si potrebbe pensare, tristemente prevenuti, che il senso del libro sia fondato per intero sul falso prestigio della trasgressione, e che si tratti di una sterile manovra di marketing: l’ennesima. Ma in questo raro, specifico caso, ci si perderebbe un romanzo tenero e realistico, fantasioso e incantevolmente scritto, la storia poetica di un’adolescente «dagli stivaletti robusti come il cuore», di quelle che «quando vanno dalla Nonnina non restano sul sentiero, ma si tuffano nei boschi selvaggi in cerca di ciò che desiderano».
Tuttavia, scrive l’autrice, «siccome non ci si può aspettare che le bambine dotate di robuste calzature e cuori robusti crescano senza incappare in qualche forma di disgrazia o errore di valutazione», l’intento dichiarato del libro è lanciare «un richiamo ai pericoli che si annidano nelle foreste oscure e nelle fessure delle proprie fantasie». Allo stesso modo delle fiabe, Le dodici perle di saggezza di Rosie Little racchiude una morale al di là del bene e del male, capace di far aprire gli occhi delle sue giovani lettrici sulla crudeltà e la bellezza della vita senza corrompere il naturale formarsi del loro carattere.
Erede in linea diretta della Sally Mara di Queneau e della Lolita di Nabokov, ingenua ma non innocente, sboccata eppure mai volgare, Rosie Little attraversa gli anni della giovinezza e della prima maturità esponendosi a tutte le esperienze d’obbligo, dodici come i capitoli del romanzo: Verginità, Verità, Viaggi, Bellezza, Arte, Amore, Impegno, Matrimonio, Lavoro, Desiderio, Perdita, Destino.
Tutto inizia a casa dei Trattino-Wilson durante una festa scolastica a base di birra e crème de menthe, quando Rosie sente che è arrivato il momento di aprire la stagione «delle relazioni pericolose». Cerca dunque di risolvere l’enigma del sesso concedendo la propria verginità a Gerard Trattino-Wilson, figlio dei padroni di casa. L’atto è comico quanto inaspettato, naturale quanto delicato nella sua scabrosità, e Rosie lo vive con una sorta di distratta dolcezza: «Guardando in su vidi la luna, ma sembrava che guardasse dall’altra parte. Sentivo il vecchio traghetto pompare un batticuore di bassi mentre pattugliava l’estuario nella sua crociera alcolica del venerdì notte».
Interrotte da inserti «tecnici» in cui Danielle Wood fornisce davvero alle sue lettrici utili ragguagli su membri maschili, titoli dei giornali, messa in piega dei peli pubici, determinismo onomastico - ovvero come dedurre il carattere di una persona dal nome - e scelta della torta giusta per le proprie nozze, le avventure di Rosie proseguono, anche in terza persona, come spontanee, curiose indagini personali sull’incomunicabilità della relazione a due, il desiderio per un figlio mai avuto, il rimpianto per uno non voluto, il tentato suicidio di un’amica per amore, la violenza domestica perpetrata da un uomo lupo ai danni di una donna troppo remissiva.
Fino all’ultima avventura «sbagliata» di una bambina alle soglie della maturità: «Russell Short e io cominciammo a passare un sacco di tempo insieme, e per me la conversazione che condividevamo era come un banchetto esotico dopo anni di pane bianco. Era sia dolce che piccante, piena di allusioni e citazioni, e quasi bastò a ricucire il mio difficile rapporto con la parola “eclettico”. Era una conversazione che richiedeva note a piè di pagina, che mi teneva sveglia fino a tardi nella biblioteca della nave... E così flirtammo, su e giù per la costa dell’Alaska, sorseggiando scotch raffreddato con schegge di ghiaccio prese dal pezzo di ghiacciaio che Russell aveva portato da una passeggiata sulle montagne».


Fino a quando l’uomo, dopo un po’, non le rivela: «Probabilmente dovrei dirti che per l’ultima crociera della stagione si imbarcherà mia moglie». Ma Rosie ha già infilato con lui la dodicesima perla di saggezza della sua gioventù, l’ultima, e sarà pronta a dimenticare senza dolore.

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