Sfogli il libro e trovi quasi un copione teatrale, un groviglio di atmosfere, un intarsio di personaggi che si muovono nel labirinto dei carruggi, vivi ma oppressi da una patina di conformismo e di noia mortale. Allora ti accorgi che è lui, Sergio Maifredi, il vero «viaggiatore viaggiante» dei suoi spettacoli, è lui l'inquieto curioso che guarda la sua città e la ama sempre di più, ma che scappa: due zaini e un trolley sempre pronti, e via, nomade un po' per passione un po' per forza, in un esilio che alla fine lo fa sentire libero, sempre alla ricerca di un'identità culturale che Genova sembra aver smarrito.
«Una regia per Genova - cronache spettacolari da una Città sequestrata (dai comunisti)» De Ferrari Editore, non è un libro di poesie, anche se di poesia ce n'è, eccome: e ci sono delle immagini così pregne che potrebbero far da sfondo ad un romanzo. Genova, la città «dei ratti e delle zoccole», smembrata come la carogna di un animale selvatico, violentata nel suo intimo e poi abbandonata a se stessa, ai confini di un mondo con cui non riesce a comunicare, e che si lascia vivere come un cane randagio, «leccando la mano di chi allunga la ciotola dei piccoli privilegi». Parole forti, siluri partiti da questo giornale, che dal 2007 ospita la rubrica «Note di Regia», una accalorata denuncia della crisi culturale della nostra città dominata per anni dal «monolite rosso», una lobby di sinistra che non l'ha fatta decollare e che l'ha ridotta in stato di «coma vigile»; una città che potrebbe spegnersi da un momento all'altro nell'indifferenza, una città in cui non si riesce più a sognare, a costruire un futuro, una città in cui si può vivere, oggi, solo con un biglietto d'aereo in tasca, per chissà dove.
Grido di dolore di un genovese ferito, di un artista offeso dall'indifferenza che investe la vita del teatro e - perché no? - di un politico, che con la sua candidatura aveva provato a risollevare le sorti di una città appiattita, mettendosi in gioco e rischiando sulla propria pelle amicizie e professione. Ce ne fossero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.