Se la Roma non ha battuto lInter e ha gettato al vento la possibilità di riaprire il campionato, la colpa va divisa fra larbitro Rosetti che ha espulso Mexes a sette minuti dal fischio finale, e i commentatori di Sky, accusati di lesa maestà per essersi limitati a stigmatizzare le scelte del biondo fischietto torinese. Tutti prezzolati.
È questo il messaggio che scaturisce dal tam tam delle radio romane e, in particolare, di Centro Suono Sport, lemittente condotta dallormai celeberrimo Mario Corsi. Ahilui e ahinoi. Neppure un cenno sulla superiorità numerica di cui la Roma ha inutilmente goduto per oltre venti minuti in seguito allinfortunio di Maxwell. Appena uno svolazzo sugli errori di Aquilani, Perrotta e Vucinic che hanno fallito nella ripresa e occasioni di raddoppiare e porre il sigillo sulla vittoria contro la capolista. Sarebbe stata la terza nelle ultime quattro partite disputate allo stadio Meazza.
Niente di tutto questo. Lautocritica resta una perla rara nellambiente calcistico, dove addetti ai lavori e fiancheggiatori di turno vanno a caccia di giustificazioni e di alibi per mascherare il passo falso di giornata. È il solito rito che poggia su una consolidata mediocrità culturale e condiziona la critica. La verità è unaltra e infatti presenta differenti sfaccettature, ma viene accuratamente evitata quando non è abbastanza di parte e non ingolosisce lutenza. Troppo scomodo raccontare che la Roma è stata costretta al pareggio per colpe proprie, che con un uomo in più non ha bucato la rete di Julio Cesar, mentre con un giocatore in meno ha resistito solo cinque minuti alle offensive nerazzurre. Troppo facile prendersela con larbitro di turno addebitandogli la responsabilità della vittoria mancata.
È vero che Rosetti poteva limitarsi a punire il contatto fra Crespo e Mexes con una punizione, ma è altrettanto vero che nel primo tempo aveva graziato il difensore francese da una ammonizione sacrosanta.
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