Un comitato per dire sì alla riforma

«Questa del referendum, chiariamolo subito, è faccenda completamente diversa da quella delle recenti elezioni politiche. Ma questo non significa che noi dei partiti di centrodestra vogliamo ridimensionare l’impegno e l’importanza della consultazione, anzi»: è convinto e deciso più che mai, Lorenzo Zito, consigliere provinciale di Forza Italia, all’indomani della nomina a coordinatore organizzativo della Casa delle libertà per la consultazione referendaria del 25 e 26 giugno. E annuncia a valanga le iniziative messe a punto per informare gli elettori sulla bontà della legge voluta fortissimamente dalla Lega e condivisa dall’allora maggioranza di governo. «Innanzi tutto - precisa Zito - abbiamo formato un Comitato ufficiale per il referendum, già pienamente operativo, di cui appunto sono stato nominato coordinatore. E questo organismo si è già prontamente attivato per realizzare tutto quanto si ritiene idoneo a garantire l’indispensabile informativa in materia».
Come dire: sul territorio verranno allestiti punti d’incontro, gazebo, chioschi, banchetti volanti, presidiati da volontari in grado di spiegare ai cittadini su cosa e perché si andrà a votare: «Sembra banale - spiega il coordinatore del Comitato -, ma, prima di ogni altra considerazione, ci teniamo a ribadire che si tratta di un referendum confermativo. Quindi, l’indicazione che noi diamo a favore della legge approvata nella scorsa legislatura deve tradursi sulla scheda con il tratto sullo spazio del “sì“. In questo modo verrà confermata la riforma che è stata ed è tuttora tanto avversata, senza ragioni plausibili, dai partiti di sinistra».
Al di là del chiarimento per così dire «tecnico», Zito ci tiene ad affermare la difesa della legge di riforma costituzionale in senso federale contro tutte le strumentalizzazioni interessate e fuorvianti che ne ha fatto l’attuale coalizione di maggioranza in parlamento: «La sinistra continua a dire no a qualsiasi riforma introdotta dal precedente esecutivo - insiste il coordinatore organizzativo del Comitato per il referendum -. Noi, pertanto, siamo convinti che molti elettori che si sono espressi alle “politiche“ per uno qualsiasi dei partiti di centrosinistra abbiano modo di comprendere e approfondire le ragioni e le caratteristiche della legge di riforma costituzionale, condividere la nostra posizione, e, quindi, votare a favore del sì. Dirò di più: siamo convinti che siano in tanti a esprimersi al voto in questo senso. Ecco perché diciamo che la campagna per il referendum non è affatto e non deve essere considerata un’appendice, come fosse la continuazione, della battaglia delle elezioni politiche».
In ogni caso, «il referendum - chiarisce ulteriormente Zito - è un diritto sacrosanto dei cittadini a esprimersi, dando loro voce sotto altra forma. Anche per questo, la Casa delle libertà ha ritenuto giusto e doveroso impegnarsi attivamente in questa campagna di informazione». Una campagna che viene inaugurata e supportata da una sorta di decalogo sulle ragioni per votare a favore del mantenimento della legge: «Certamente - aggiunge Zito -. E al primo punto ricordiamo che viene ridotto il numero dei parlamentari, da 950 a 773, con significativo risparmio delle finanze pubbliche. In successione, spieghiamo che saranno i cittadini e non più i palazzi della politica a scegliere maggioranza parlamentare, coalizione di governo e primo ministro».
Gli altri punti chiariscono a fondo lo spirito e i risvolti della legge: a partire dal «tramonto» delle due Camere identiche, l’una doppione dell’altra. Il Senato, in particolare, sarà federale e rappresenterà le esigenze delle Regioni. «Tanto più sentita, questa esigenza - sottolinea ancora il coordinatore del Comitato per il referendum -, in Liguria, per tradizioni storiche e future prospettive di sviluppo».

Il decalogo, infine, prende in considerazione gli aspetti della semplificazione del procedimento legislativo, della tutela dell’opposizione e dell’aumento delle garanzie per Comuni e Province. «L’ordinamento - conclude Zito - evolve in senso federale, a livello mondiale. Si avrà quindi un federalismo equo, solidale e equilibrato. Non sia mai che restino al palo gli italiani!».

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