Dobbiamo stringere la mano al giudice sportivo Giampaolo Tosel e tirare le orecchie allarbitro del derby di Milano Rosetti. Dobbiamo stringere la mano al dottor Tosel perchè nel redigere lassoluzione «per insufficienza di prova tv» nei confronti di Adriano, non ha evitato di dare una stoccata memorabile al fischietto torinese. A richiesta specifica di un supplemento di referto, larbitro ha infatti garantito di aver visto il tocco di mano di Adriano e di averlo considerato involontario. «Tale certezza - ha scritto Tosel - non può essere condivisa». È rimasto il tarlo del dubbio. E in presenza del dubbio non è possibile comminare una squalifica allinterista.
Collina e Rosetti invece non possono cavarsela con un complimento. Il designatore, già domenica sera, ha spedito sms per far sapere che il tocco di Adriano, scoperto al replay, era involontario: legittima opinione, ma opinione, discutibile. Il guaio vero è che tale opinione è diventata la certezza esibita da Rosetti nel referto del giorno dopo.
Difficile credergli se neppure il dottor Tosel gli ha creduto. Le immagini televisive hanno dimostrato che uno solo, in campo, ha avvertito lirregolarità: Abbiati. Maldini non ha visto, Zambrotta nemmeno, Rosetti, che era più lontano, sì. E chi è, Mandrake? Lo racconti al credulone del villaggio. Ma perché lha fatto, allora? Forse per non dare la patente di sfida irregolare al derby e mettersi in sintonia con Collina.
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