Il commento La banalità del bene

No, non è un refuso. Non volevo parlare della Banalità del male e del pensiero di Hannah Arendt. Molto più semplicemente, volevo ragionare sull’informazione. Su di noi.
In questi giorni avete letto pagine e pagine sulla notizia anticipata dal Giornale nell’edizione di Genova e della Liguria di sabato 9 maggio dalla nostra Francesca Nacini e poi diventata un caso nazionale, come spesso accade alle notizie pubblicate su queste pagine, relativa alle favole gay per bimbi lette in biblioteca nell’ambito del Gay Pride. Certo, in molti, nel centrodestra, se ne sono accorti solo quando ne ha parlato il Secolo XIX. E, ovviamente, la colpa non è del Secolo che ha fatto il suo onesto lavoro, riprendendo una notizia interessante. Ma ci siamo abituati. De minimis non curat praetor.

Della sostanza, che è poi quella che ci interessa, continueremo ad occuparcene nei prossimi giorni.
La sostanza è la stessa che oggi ci porta a raccontare quello che, nonostante faccia il giornalista da più di vent’anni (sic), continua a scandalizzarmi. E cioè la distonia assoluta fra il nostro mondo, (...)

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