Il G8 è stato unopportunità irripetibile per dare nuove prospettive anche ai programmi di aiuto per i Paesi poveri ed in via di sviluppo. Opportunità concreta pensando anche al ruolo dellExpo 2015 di Milano. Gli aiuti a pioggia hanno creato solo difficoltà a questi Paesi, che hanno visto le loro economie diventare dipendenti dai fondi internazionali. Il messaggio del global forum è stato forte e limpido: gli aiuti allAfrica ed ai Paesi poveri devono essere redistribuiti secondo logiche diverse da quelle attuali ed fondamentale riconoscere importanza strategica a progetti di medio-lungo raggio legati a basilari settori della società: acqua, formazione, casa e lavoro. Dare una casa a 600 milioni di persone che non ce lhanno o vivono in tuguri è riconosciuto come pietra angolare di qualsiasi progetto di crescita sostenibile per lAfrica. È necessario varare al più presto un Piano Casa per lAfrica e per i Paesi poveri che trasferisca le nostre conoscenze garantendo sicurezza e condizioni di vita più sane. Solo realizzando new towns si può garantire qualità di vita agli abitanti. A questo è necessario affiancare un processo formativo che coinvolga tutte le fasce della popolazione con corsi specifici che prevedano periodi di apprendistato presso i nostri artigiani in Europa, soluzione in grado di formare giovani che ritornino poi in patria con il mestiere del muratore, dellelettricista e del falegname invece che ad importare manodopera specializzata dallIndia o dalla Cina come succede invece oggi in Africa.
Aprendo localmente fabbriche in grado di produrre componenti per lindustria, per il commercio e per il terziario si innescherebbe un volano positivo di lavoro in grado di contrastare alla radice flussi emigratori irregolari verso il resto del mondo.*Sottosegretario
alle Politiche abitative
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