Il commento Ma così non conta la verità dei Vangeli

La nuova teoria proposta dall’astronomo australiano, che vorrebbe «fissare» al mese di giugno dell’anno 2 avanti Cristo la nascita di Gesù, rilanciata dai giornali anglosassoni, nonostante sia stata elaborata da un «complesso software», è destinata a lasciare il tempo che trova. Cercare di stabilire la data e il mese di nascita di Cristo sulla base delle congiunzioni astrali e delle comete è infatti una scommessa alla quale si sono dedicati fior di scienziati lungo i secoli, senza mai venire a capo di nulla, anche perché sarebbe assurdo soltanto immaginare di determinare anno e mese dell’evento che ha diviso in due la storia dell’umanità senza prendere in considerazione - insieme alla posizione degli astri - proprio gli elementi storici contenuti nei racconti della natività di Matteo e Luca.
Uno studio pubblicato dall’Alder Planetarium di Chicago ha riassunto lo stato della questione esaminando tre ipotesi per la cometa seguita dai magi che dall’Oriente hanno raggiunto Betlemme. La prima parla di una supernova, stella debole nella quale avviene un’esplosione che emana luce anche di giorno, quasi si trattasse di un secondo sole. Secondo le antiche cronache cinesi, una supernova era brillata in cielo attorno all’anno 5 avanti Cristo. La seconda ipotesi, più aderente all’idea di un astro che si muove, è quella della cometa. Ma la cometa di Halley, possibile «protagonista», era apparsa nel 12-11 avanti Cristo, dunque troppo presto. La terza ipotesi, che va per la maggiore, e che ora segue anche Dave Reneke, è quella di una congiunzione astrale, una tripla congiunzione planetaria (Giove, Saturno e Marte) verificatasi tra l’8 e il 6 avanti Cristo. Reneke parla di Venere e Giove, e colloca la congiunzione nel 2 avanti Cristo, per di più indicando il mese di giugno.
Ma c’è un problema, che mostra una volta di più l’assoluta necessità di un approccio interdisciplinare alla materia: gli storici infatti sono concordi nell’affermare che Erode il Grande, il re che per uccidere il piccolo Messia fa compiere la strage degli innocenti, muore nell’anno 4 prima dell’inizio convenzionale dell’era cristiana. Per questo la data più accreditata per la nascita del Nazareno è attorno al 7-6 avanti Cristo. La congiunzione astrale di Reneke, in questo caso fa cilecca.
Per di più, nonostante l’eventuale scoperta della datazione estiva non cambi assolutamente nulla per la fede cristiana, tanto che per secoli si è creduto che l’individuazione del 25 dicembre altro non fosse che una cristianizzazione della festa pagana del «Sol invictus», studi recenti tendono invece ad assegnarle maggiori probabilità. Le ricerche della specialista francese Annie Jaubert sui calendari di Qumran, e quelle del professore israeliano Shemarjahu Talmon sui turni delle classi sacerdotali al Tempio di Gerusalemme portano infatti a questa ipotesi affascinante. Nel vangelo di Luca si legge la storia di Zaccaria, padre di Giovanni Battista, la cui moglie Elisabetta concepisce un figlio in tarda età nei giorni in cui il marito presta servizio al Tempio.

La classe di Abia, alla quale apparteneva Zaccaria, prestava servizio negli ultimi dieci giorni di settembre. Sei mesi dopo, Maria, appena rimasta incinta, visita Elisabetta, che è già avanti con la gravidanza. A giugno nasce il Battista, mentre Gesù, nove mesi dopo marzo, sarebbe nato a dicembre.

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