La convention di Viareggio ha dato tre risposte chiare ad altrettanti quesiti fino a ieri controversi a causa di ideologie superate e demagogia a buon mercato. 1) Fatturato in ripresa nel primo trimestre (+3,9 sul 2010). 2) La maggioranza dei sindaci intervistati dall’Ispo di Renato Mannheimer considera una grande risorsa tutta la filiera del turismo da diporto, determinante per le economie costiere, e strategico il settore nautico.
Quindi- almeno nelle intenzioni- si adopereranno per il rilancio del comparto. La terza è altrettanto chiara, ma drammatica: il fatturato cresce sì,ma grazie all’export. Il mercato interno,infatti, è crollato dal 55% al 20%. Tutta colpa della crisi? In minima parte, secondo alcuni analisti. Un esempio per tutti. Tempo fa un lettore ci scriveva: «Sono un professionista, ho una barchetta di 9 metri e ho deciso di venderla. L’ultima volta che sono uscito in mare con la mia famiglia, da mezzogiorno alle 18,30 sono stato controllato tre volte. Una gita davvero indimenticabile...». Sono tanti gli italiani che amano andar per mare. Non sfoggiano grandi yacht, ma piccole barche. E comunque terrorizzati dai controlli asfissianti.
La stagione è appena iniziata, ed è ancora vivo il ricordo della calda estate 2010, culminata con vere e proprie retate contro i grandi yacht. «Arrembaggi», vennero definiti. E per giunta spettacolari. In attesa che l’Agenzia delle Entrate risponda a una richiesta precisa, inoltrata da Ucina oltre un anno fa, abbiamo ascoltato un’intervista di Rai2 a un funzionario del Fisco. Domanda: «Ripeterete anche quest’anno l’operazione No boat no crime ? ». Risposta: «Certamente, è un appuntamento imperdibile». E incommentabile. Tutto questo significa che lo Stato considera criminali tutti coloro che trascorrono le vacanze in barca. Significa che lo Stato rifiuta l’idea di fare i controlli-sacrosanti-in banchina e per tutto l’anno, o attraverso un semplice database più volte invocato e auspicato.
Il vero risultato dello «spettacolo 2010»? Yacht in fuga verso la Francia, la Corsica, la Spagna. Con un danno di circa 1miliardo di euro per l’economia delle coste.
E pensare che una buona fetta di quella torta sarebbe finita nelle casse dello Stato! Qualcuno suggerì: «Più equilibrio e buon senso nei controlli», ma fu attaccato violentemente dai soliti demagoghi. Nei giorni scorsi ci hanno detto che in Italia si evadono tasse per 275 miliardi. Con nomi e cognomi degli infedeli: agricoltori, albergatori, titolari di bar e ristoranti. Tutti barcaioli?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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