D a una email arrivata in redazione lo scorso giovedì: «Sono il concessionario di una delle 329 agenzie ippiche storiche che andranno a bando perché lo stato italiano sè assoggettato a un provvedimento della commissione europea sul libero mercato. Ma il legislatore, nel pur lodevole tentativo di chiudere un contenzioso, ne aprirà molti altri. È curioso in particolare il provvedimento che impegna il vincitore del bando a installare la nuova agenzia entro 200 metri dalla vecchia. E se, per motivi oggettivi, non per cattiva volontà, non riuscisse a trovare locali idonei? Cosa accadrebbe? E come si comporterà lo Stato nel momento in cui revoca unilateralmente delle licenze che aveva concesso fino al 2011?».
Il nostro lettore pone domande assolutamente legittime. È per questo che il Governo, daccordo con i nuovi vertici di Aams, non può fare a meno di rimettere mano al provvedimento per emanare delle disposizioni che, oltre a mettere in gara le agenzie ippiche secondo il volere comunitario, prevedano un risarcimento ai concessionari espropriati di un diritto acquisito proprio dallo Stato. Altrimenti, lo abbiamo scritto più volte in questa pagina, si apriranno contenziosi infiniti sui fronti più disparati. Ne potrebbero essere protagonisti perfino i nuovi aggiudicatari qualora non riuscissero ad aprire le agenzie per limpossibilità di trovare locali idonei nel raggio dazione previsto dalla norma.
Ma cè dellaltro. Il provvedimento di legge, che nel 99 aveva prorogato la concessione delle agenzie ippiche storiche fino al 2011, era servito anche per spalmare i debiti relativi allimposta unica e ai minimi garantiti. I primi sono scaduti il 30 giugno dello scorso anno, per i secondi ci sono ancora 3 anni di tempo. E ci saranno. Ma verrà meno lattività che permetteva ai titolari delle agenzie di assolvere il debito. I due aspetti erano indubbiamente correlati nel provvedimento. Una specie di «coitus interruptus». E ancora. Già allora si sapeva che lUnione Europea era contraria alla proroga e che quindi era ineluttabile una causa comunitaria.
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