Posso dire di conoscerli bene perché li incrocio quasi tutte le mattine dellanno. Sono persone variabilmente altezzose a seconda dellassise da cui pronunciano il sacro verbo. Il sesso ne muta le caratteristiche: il maschio dopo una ventina danni di servizio diventa più pacioso e dietro locchialino dordinanza nasconde spesso quel fannullonismo tipico del dipendente pubblico. La femmina no: è più solerte, battagliera, spesso zitella e rossa. Una sorta di Rosy Bindi in toga e senza gonnella. Più si sale nella scala gerarchica e più aumentano età e maschilismo: prova ne sia che la Corte che ha abolito il Lodo Alfano è composta da quindici arzilli anziani rigorosamente maschi. I padreterni, infatti, non sono assoggettati alle banali leggi dei comuni mortali cui toccano le quote rosa. Nonostante un referendum avesse sancito il contrario, non sono sottoposti (gli unici insieme a Dio) ad un giudizio di responsabilità. Possono scrivere tutte le baggianate che credono anche se loggetto è la restrizione della libertà altrui. Del resto, però, tale consuetudine è nella sostanza legittima, perché nemmeno il più folle dei broker si presterebbe ad assicurare lunico rischio più elevato della verginità delle donne.
Sono facilmente irascibili e gli avvocati si recano da questi signori con il cappello in mano e la bile in corpo. Talvolta portano un cognome che è espressione della loro terzietà: il dott. Parziale del tribunale di Roma ne è esemplare emblema. Sono per legge un gradino sopra tutti perché la Costituzione ne garantisce quellautonomia che lorsignori hanno scambiato per primazia. Così, se Di Pietro urla vile al capo dello Stato, lo fa nella reminiscenza di quandera magistrato: sopra le leggi. Silvio invece, che vi sta più sotto di tutti, non può nemmeno aprire bocca che tutti gridano al colpo di Stato. Indipendenti da chiunque, irresponsabili e anzi pronti tramite al Csm a dettare ai rappresentanti del popolo bue le leggi migliori. Unoligarchia che si paluda di unaureola sacrale che quando è sera si consuma e si affievolisce nei circoli perbenisti dei golf locali. Primi a banchetti e convegni, ultimi alle udienze. I signori stanno sul luogo di lavoro un paio di mezze giornate, le sentenze le scrivono a casa o in barca. Sulla fiducia. Quella fiducia e quella stima che si sono guadagnati con il sudore e i loro provvedimenti scevri di qualsiasi connotazione politica. Gli italiani - è notorio - adorano i loro magistrati al punto che, quando la sinistra decide di dare spazio a questi galantuomini, è costretta a far digerire ai comunisti di ferro della circoscrizione Mugello un Masaniello Di Pietro. Questi allepoca si sentì tirato per la giacchetta per poca cosa e si dimise così da poter oggi insultare tutto larco costituzionale senza timor di querela. Non si permetta poi il ministro Brunetta di far timbrare il cartellino a questi privilegiati per legge, così da sostituire il lavoro al green con quello al banco. Non penserà mica il vulcanico ministro veneziano che codeste Altezze si abbassino a trascorrere i loro pomeriggi tra scartoffie impolverate e timbri sgangherati. La Carta costituzionale prevede unautonomia a 360 gradi: il Csm è la vera casa delle libertà. Libertà di starsene in ufficio tre, quattro mattinate al mese, libertà di sbagliare senza pagare, libertà di fare politica nelle aule di giustizia e soprattutto libertà di bastonare a spese nostre il malcapitato Berlusconi che votiamo plebiscitariamente comunque sia. Il demonio Silvio e lacquasanta impersonificata dalla procura di Milano ora libera di tramare giorno e notte per incastrare il Cavaliere. Almeno gli inquirenti milanesi faranno contento il ministro Brunetta con turni di lavoro massacranti e udienze a tam tam per dare questa gioia alle gole profonde Travaglio e Santoro. Caro Brunetta, questi sono gli unici stakanovisti della giustizia.
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