Il commento La Marta che non ci piace

Per giorni e giorni siamo stati a discutere con i nostri lettori per dire che, in fondo, Marta Vincenzi non è il peggio del peggio. Posizione che abbiamo documentato parlando di singole vicende - ad esempio la gestione dell’emergenza neve - senza peraltro mai negare che il voto complessivo all’amministrazione comunale è gravemente insufficiente, ai limiti del non classificabile.
Insomma, ormai lo ripeto tre volte al giorno, prima e dopo i pasti: penso che Genova sia amministrata male; che si pensi a finti problemi anzichè gestire le esigenze quotidiane dei cittadini; che la gestione del verde pubblico, di cui usufruiscono le fasce più deboli della società, anziani e bimbi, sia disastrosa; che si parli di problemi che non spettano al sindaco anzichè di quelli che le spetterebbero; che si pontifichi su questioni estranee all’amministrazione, da Eluana agli attacchi ai cittadini che sollecitano il decoro davanti al Carlo Felice. Ma in tutto questo non ho mai rinunciato a dare giudizi anzichè pregiudizi. A valutare ogni singolo fatto.
E Marta che ti combina? Mette su una conferenza stampa, insieme all’assessore Veardo, in cui fa di tutto per dire che i nostri sforzi sono stati vani. Che, forse ha ragione chi dice che è tutto, ma proprio tutto sbagliato. Prima una lezioncina dell’assessore al nostro povero Federico Casabella, persona mite e perbene, a cui però giustamente non piace farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Soprattutto, Federico - come me che, ad esempio, non condivido in tutto e per tutto la legge che si sta votando sui clandestini, pur apprezzando la severità che è alla sua base e apprezzo, ad esempio, le critiche della Chiesa a determinate norme - è tutto fuorchè un pericoloso estremista, meno che mai un razzista.
Eppure, con ammiccamenti e battutine è stato trattato un po’ così. Come se chiedere lumi sulla situazione dei bimbi nomadi nelle mense delle scuole pubbliche, fosse un reato.
Ecco - al di là delle risposte e della loro veridicità, su cui vi rimando proprio all’articolo di Casabella - io credo che il razzismo stia proprio nel prevedere una disparità di trattamento «per minori nomadi», indipendentemente dai limiti di reddito. Lo dice chiaramente l’allegato A sul piano tariffario, scaricabile anche sul sito del Comune, che invito l’assessore a leggere con attenzione.
Così potrebbe capitare che una famiglia rom dichiari un milione di euro all’anno, ma che il loro bimbo, proprio in quanto rom, non paghi la mensa.

Mentre il bimbo di una famiglia italiana con reddito di 36mila657 euro paghi 5 euro e 65 a pasto, più l’iscrizione.
É giusto tutto questo? É normale? É civile? É razzista?
A me sembra razzista, ma solo nei confronti degli italiani e degli extracomunitari perbene che pagano le tasse. Il classico caso di razzismo al contrario.

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