Le università sono uneccellenza milanese, ma la possibilità di espandersi, bloccata pretestuosamente per molti anni, sè risolta con le giunte del sindaco Albertini. Così la Cattolica e lo Iulm si sono ampliati, il Politecnico ha un magnifico campus in realizzazione alla Bovina e la Bocconi ha un nuovo fabbricato tra Viale Bligny e via Röntgen. Accanto alle opere di Pagano, Muzio e a quella di Gardella detta il «velodromo» il nuovo edificio è progettato da due architette irlandesi dello studio Grafton. È un fabbricato impostato in pianta su una griglia regolare, formato da corpi paralleli alti sei piani più sottotetto e profondi tre piani interrati, con aule nei piani bassi e uffici sopra, separati da corti strette e profonde. Le facciate interne sono in vetro alternando finestre e pannelli opachi di taglio verticale: una architettura di rigore razionale contemporaneo. La ricchezza interna e suggestiva di luci e riflessi, tra spazi, corridoi, scale, è quasi invisibile all'esterno. Le facciate verso strada sono cieche: pareti in ceppo alte sei piani che sottolineano fortemente lincastro dei volumi, movimentate dalla sporgenza di quinte a sbalzo sagomate a scala: che mi ricordano il monumento alla Luxembourg di Mies (1926) in scala gigante.
Lunica parte trasparente è la vetrata dangolo verso latrio interrato dellauditorium, una bella soluzione di compenetrazione degli spazi, tra interno ed esterno, pubblico e privato, sotto il volume trapezoidale che segue la pendenza dei posti a sedere interni, un taglio come quello della facoltà di ingegneria a Leicester di Stirling o del club Zuyev di Golosov a Mosca: riferimenti di scuola, che non devono sembrare critiche.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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