Il commento Quel verde antico sotto la Madonnina

Si discute in questi giorni di mettere degli alberi in piazza Duomo sul lato opposto alla chiesa davanti all’edificio del Carminati, dove circa vent’anni fa c’erano le pubblicità al neon.
È l'occasione per ripercorrere una storia. Piazza del Duomo è situata dov’è perché era una vasta area libera all’angolo nord est delle mura romane. Un campo in cui furono edificate, una dietro l’altra, due chiese: Santa Tecla e Santa Maria Maggiore e due battisteri. Demolita la prima e ampliata la seconda, si è formata una piazza trapezoidale con un portico detto dei Figini a nord e l’edificio detto Rebecchino messo in diagonale a sud. Un bello spazio pittoresco in cui si trovava un mercato.
Dal Cinquecento si è posto il problema, solo intellettuale, perché problema non era, di dare alla piazza una forma rettangolare. I progetti sono divenuti numerosi nell’Ottocento, dal Pistocchi (1807) al Caimi (1839) fino a quello del bolognese Giuseppe Mengoni (1865), realizzato solo su due lati, nord e sud, ancora col Rebecchino in mezzo demolito dieci anni dopo.
Sul lato opposto alla chiesa, il Mengoni aveva progettato un altro edificio che accorciava la piazza «tra le vie degli Orefici e dei Pennacchiari (oggi Mercanti) perché la lunghezza di 160 metri è di un terzo superiore alla distanza giusta per vedere il Duomo» la cui facciata non è un capolavoro di slancio verticale.
Edificio non realizzato, così il Beruto nel 1876 prevede una grande aiuola ed esedra. È il primo ingresso in piazza di un verde progettato, bocciato per far passare il carosello dei tram. Quando nel 1896 fu posta la statua di Vittorio Emanuele II, l’Arcaini disegnò intorno quattro aiuole, una soluzione convenzionale per la statua, come per molte altre, senza riferimento alla piazza. Tolte anche queste per realizzare l'Arengario, il verde è tornato in piazza con un campo di grano piantato durante la guerra.
Nel 1984 il centro San Fedele ha promosso un concorso per sistemare la piazza. Dei 153 progetti (molti veramente imbarazzanti) 3 hanno previsto del verde: uno sfondando la piazza, il Sambonet mettendo serre e vivai e il Porcinai, il primo grande progettista italiano di giardini, disegnando due fitti boschetti regolari, sempre sul lato corto di fondo. Non se ne fece nulla.
Il Comune ha quindi commissionato un progetto al Gardella che ha riproposto un edificio dov’era quello del Mengoni.


Ora un boschetto ritorna proposto da Renzo Piano: ci torna per un progetto di alberi da piantare in centro città, non per un progetto di risistemazione della piazza, ma forse i due problemi potrebbero coincidere.
E il boschetto sarebbe quasi simmetrico a quello di ciliegi progettato in piazza Fontana, alle spalle del Duomo, da Figini e Pollini da circa vent’anni.
Giudizi contraddittori e dibattito aperto.

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