Commento La tecnologia cambia tutto: ora l’offerta è infinita

Una provocazione. Una boutade. Un’iperbole. Una di quelle opinioni sulle quali si potrebbe discutere per giorni. Perché un fatto è certo, in Italia oltre a 55 milioni di commissari tecnici della Nazionale ci sono altrettanti critici televisivi. Grazie a dio, con il telecomando ognuno sceglie ed è commissario tecnico del proprio palinsesto. E così le polemiche si stemperano e le serate sul divano svariano assai tra digitale terrestre, satellite e reti a pagamento.
Dunque, stavolta nei panni del critico ci si è messo addirittura Fiorello dicendo che «quella degli ultimi dieci anni è la televisione più brutta mai esistita, ancora peggio di quella degli anni ’80». Più che una critica, una sentenza di condanna. Diciamo: ergastolo per autori e produttori degli anni zero. Ma se il giudizio viene da un pulpito incastonato di successi come Stasera pago io o VivaRadiodue, un po’ di credito bisogna darglielo. Probabilmente, da fuoriclasse del varietà, Fiorello ha in mente soprattutto l’intrattenimento. Lo conferma il fatto che citi due presentatori, Pippo Baudo «che vivrà fino a 101 anni», e Francesco Facchinetti che potrebbe diventare il «Baudo del nuovo millennio». E fin qui bisogna dire che Fiorello non ha tutti i torti. Il varietà è defunto da decenni e i tentativi di rinnovare l’intrattenimento senza qualche deus ex machina tipo lui stesso - dai people show (C’è Posta per te è alla quattordicesima edizione) ai reality show (Grande fratello all’undicesima, L’Isola dei famosi all’ottava) - mostrano la corda. Per non parlare delle copiature reciproche, in questi giorni sotto gli occhi di tutti.
Tuttavia, questa è un’analisi nota. Perciò, da Fiorello ci si poteva attendere uno schema un tantino più elaborato. Fuori dal varietà, per esempio, negli ultimi anni molte cose sono cambiate. È esplosa la serialità americana. È nato l’infotainment. Le interviste con personalità della cultura e dell’attualità si sono evolute. Soprattutto, la tecnologia ha stravolto le abitudini dei telespettatori. I tasti sul telecomando sono diventati centinaia. Anzi, si sono moltiplicati addirittura i telecomandi. I nuovi decoder hanno cambiato il modo stesso di fruire la televisione. Al punto che oggi quando diciamo televisione non intendiamo più lo stesso rassicurante elettrodomestico di una decina d’anni fa. Ma qualcosa di ben più complesso, noto anche a Fiorello (che ne ha fatto un’irresistibile gag nel suo show dal vivo).

In un certo senso, se la tv generalista che si rivolge al pubblico medio è peggiorata, è proprio perché sono nate molte altre televisioni di qualità, raffinate, tematiche e che parlano ai telespettatori più sofisticati. Ecco perché la sentenza di Fiorello sulla tv dell’ultimo decennio impone un bel ricorso in appello.

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