Il commissario triestino che sfonda in Germania

Dimenticate l’ispettore Derrick. Il commissario Laurenti è di tutt’altra pasta. Derrick è il paladino di un mondo piccolo-borghese votato all’ordine, Proteo Laurenti vive in una realtà dominata dal disordine: traffico di organi, legami tra servizi segreti e crimine organizzato, corruzione internazionale, compravendita di donne dell’Est. Solo il successo alla televisione tedesca accomuna Derrick e Laurenti. A impersonare Laurenti è l’attore tedesco Henry Hübchen, che in Italia abbiamo visto nel film Zucker.
Il commissario Laurenti è una fiction ispirata al personaggio creato da Veit Heinichen, scrittore tedesco che da dieci anni vive a Trieste. E qui opera Laurenti, originario del Sud Italia trasferito nell’estremo Nord Est per lavoro. Laurenti è protagonista di quattro romanzi gialli best-seller nei Paesi di lingua tedesca. In Italia ne sono arrivati tre, pubblicati da edizioni e/o: I morti del Carso, Morte in lista d’attesa e A ciascuno la sua morte e il quarto, Le lunghe ombre della morte, uscirà in ottobre. Da poco a Trieste è stata girata la fiction per il primo canale televisivo tedesco ARD (ultima puntata in video il 29 giugno) che ha sancito il successo del commissario. E sono previste nuove riprese.
Che tipo è Laurenti? «È il mio alter ego - dice Heinichen - uno che per la sua professione deve riflettere sul mondo in cui vive. A me interessa molto la società europea di oggi. Nelle mie storie parlo con tutti i personaggi: l’investigatore, il delinquente, le vittime, e grazie al romanzo ne coinvolgo un quarto, i lettori. Una società che preferisce voltare le spalle alle cose spiacevoli ma al contempo è già coinvolta perché permette che queste cose accadano. Le storie di Laurenti le ambiento a Trieste perché è una città esemplare per la posizione geopolitica in cui le diverse Europe convivono. Un luogo cruciale dove non si incontrano solo le tre culture latina, germanica e slava, ma anche il Mediterraneo con il Nord, l’Est e i Balcani con l’Ovest. Questo mondo, da quando si è sciolto il contratto sociale, si costruisce sempre più sull’illegalità. Certo Trieste è solo il centro, ci sono legami col resto del mondo. Tre fattori superano i confini: economia, cultura e crimine organizzato».
Trieste crocevia di loschi traffici? «Non solo. Amo questa città tanto che ho deciso di trasferirmici. È come una pentola a pressione piena di atmosfera, di nevrosi, di contraddizioni ma anche di ponti tra le persone. E questo crea letteratura». Una letteratura con Trieste protagonista che Heinichen affronta anche attraverso i sapori: insieme alla gastronoma triestina Ami Scabar ha scritto per la Sanssouci Verlag di Monaco Triest - Stadt der Winde, un libro che racconta la storia della città a tavola.

E in cantiere c’è ancora Trieste: «Sto facendo ricerche per scrivere un romanzo storico che parte da Trieste e porta ad Alessandria, passando per la casa reale inglese, il Vaticano, e che include tutto il Centro Europa e il Mediterraneo».

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