Stesso posto, quasi la stessa ora. Era fissata alle 11.30 nella sala riunioni della Ragioneria venerdì scorso l’apertura delle buste per la vendita di Sea e Serravalle. E il film (ma era sembrata quasi una comica) si ripete domani alle 11. Dopo l’assegnazione del 30% degli aeroporti al fondo F2i di Vito Gamberale, il giallo sulla seconda offerta del fondo indiano Srei arrivata con dieci minuti di ritardo e la possibilità, a sentire il rappresentante legale Vinod Sahai, che valesse 40 milioni di euro in più per le asfittiche casse comunali, il dg Davide corritore che quel giorno ha presieduto la commissione di gara, vuole andare fino in fondo. Srei ieri ha comunicato che rinuncia a fare ricorso, nonostante avesse verbalizzato la presenza nel palazzo alle 9.55 «confermata dalla funzionaria Annamaria Grimoldi». Ma Corritore che ieri ha incontrato Sahai ha chiarito che le parole a fronte di tante insinuazione emerse sulla stampa non sono sufficienti, ha fatto leva sul principio di «trasparenza», sul valore dell’«onore per gli italiani». E in aula dove si è acceso ieri pomeriggio il dibattito ha ribadito che i giorni scorsi «ho visto l’umore e i pianti di funzionari che si sono visti accusare di averci fatto perdere 40 milioni e a cui vogliamo restituire l’onore». Morale: si aprirà anche la seconda busta, Srei ha già dato un via libera verbale ed è atteso un documento formale entro domani». Rinunciando al ricorso il fondo ha fatto presente che il Comune «ha fatto questa gara per sanare i conti e rispettare il Patto di stabilità», di fronte a una battaglia legale «certamente F2i a sua volta avrebbe reagito, saremmo tornati allo stesso punto e il Comune non avrebbe raggiunto il suo scopo, ovvero sanare i conti». Ma più che un atto di generosità va preso atto che Srei è «interessata al 14,56% di Sea posseduto dalla Provincia e ad altre infrastrutture italiane». Avviare un ricorso contro Milano rischia di essere un boomerang. Si capirà dunque se l’offerta era conforme all’asta o un bluff.
Il Pdl è tornato all’attacco su un film già scritto in partenza, con la regia dell’assessore al Bilancio Bruno Tabacci. «Sono troppi gli aspetti oscuri di tutto il percorso - accusa il Pdl Carlo Masseroli -. Una cosa era chiara a tutti dall’inizio, chi avrebbe vinto. Propongo a tutti una commissione di inchiesta come previsto dal regolamento comunale». Tabacci ribatte che i 385 milioni offerti dal fondo F2i - ieri pomeriggio c’è stato un incontro tra Gamberale e il presidente di Sea Giuseppe Bonomi - sono «una somma enorme e vi voglio tranquillizzare che non è girato nemmeno un caffè. Ve lo dico visto che non è che Milano stia brillando in questo periodo per esempi di gestione esemplare della cosa pubblica». Dichiara di essersi sentito «offeso dal comportamento del rappresentante del fondo indiano, la turbativa d’asta era evidente non si blatera dopo la presentazione delle cifre». Si rassegni Srei che ha interesse a entrare in Sea. Tabacci, pungolato dal Pdl Carlo Masseroli, sbotta: «Ci dovevamo augurare che andasse agli indiani?».
Commissione d’inchiesta su Sea. E gli indiani mostrano l’offerta
Il fondo che non è stato ammesso all’asta per un ritardo contestato domani svela i suoi numeri. Tabacci: «Non è girato neppure un caffè»
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